<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Il caso. Ci sono frizioni con la Lega

Sboarina: «Ikea?
Operazione assurda»
Bordate con Tosi

Il caso
Segala, Sboarina e Ikea
Segala, Sboarina e Ikea
Segala, Sboarina e Ikea
Segala, Sboarina e Ikea

Dopo il (pare) definitivo addio di Ikea a Verona e il mare di critiche piovute addosso all'amministrazione comunale, il sindaco di Verona Federico Sboarina ha detto la sua oggi in una conferenza stampa.

 

«COME VENDERE L'ARENA AI CINESI»

«Far credere che Ikea poteva essere costruita alla Marangona è stato come vendere l’Arena ai cinesi», ha detto il primo cittadino, «un’operazione non solo assurda ma impossibile: il progetto era incompatibile con l’area scelta. Rispondiamo punto su punto a chi invece continua a raccontare bugie ai cittadini. Adesso basta, bisogna smascherare l’incapacità con cui è stata amministrata la città prima di noi. Dal 2012, anno in cui si cominciò a sbandierare l’arrivo del colosso svedese nell’area ex Biasi, non è stato fatto più nulla per concretizzare l’opera. La precedente amministrazione ha mandato una lettera al presidente Zaia, nell’agosto 2016, in cui si chiedeva di cambiare le norme urbanistiche regionali, a dimostrazione che, anche quattro anni fa, la possibilità di costruire un centro commerciale alla Marangona era pari a zero. Da quella lettera, nient'altro di importante è stato fatto con la Regione per portare a casa le modifiche necessarie».

Ma Sboarina avrebbe comunque cercato uno spiraglio: «Appena insediati ci siamo confrontati con Ikea e con Zaia. Allora come oggi, la nostra posizione non è cambiata: sì all'Ikea, ma no al grande centro commerciale proprio perché impossibile da realizzare. Ma la Regione a fine maggio 2018 ha ribadito l'impossibilità legata alla destinazione logistica dell’area alla Marangona.

Non c’è quindi da meravigliarsi se ieri, dopo anni in cui sono stati presi in giro da false promesse, i vertici di Ikea hanno deciso di rinunciare al progetto, dopo aver capito come stanno realmente le cose. La loro opera non è realizzabile oggi come non lo era cinque anni fa.

In sala Arazzi insieme al sindaco, gli assessori alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala e alle Aziende partecipate Daniele Polato. Segala: «Il progetto di Ikea prevedeva un centro commerciale di 120 mila quadrati, tre volte più grande di Adigeo (40 mila metri quadrati), un potenziale attrattore che sarebbe stato devastante per la zona, senza contare che venivano stimati 4,5 milioni di auto in più l'anno».

«Iniziamo dall’Ikea, ma nei giorni prossimi apriremo i fascicoli dei principali temi sui quali i cittadini sono stati presi in giro dalla precedente amministrazione negli ultimi cinque anni», ha aggiunto l’assessore Polato.

 

LE CRITICHE. FRIZIONI CON LA LEGA

Flavio Tosi replica a Sboarina: «Anziché amministrare, indice le conferenze stampa contro di me come stamattina, o per confrontarsi. Fa così da due anni. È  ossessionato, poverino. Magari chieda aiuto a Bertucco, che non so se è l'avvocato del Sindaco o l'Assessore ombra all'Urbanistica». Poi Tosi risponde sarcastico all'Assesore Ilaria Segala: «La Segala? Ne esistono due. C'è quella che lo scorso 23 luglio e poi nei mesi successivi diceva che Ikea si sarebbe fatta, che la soluzione era vicina e si sarebbe raggiunta in tempi brevi, e nel frattempo per non farsi mancare nulla annunciava perfino un palazzetto e una città della musica come opere compensative. C'è poi quella, opposta, che oggi dice che Ikea è sempre stata una fandonia e che il progetto non era fattibile. Non vorrei che l'Assessore soffrisse politicamente di un disturbo bipolare». Poi Tosi rincara: «La verità è che il progetto Ikea dell'amministrazione Sboarina non è mai esistito, è stata tutta una finta per temporeggiare ed esasperare la multinazionale svedese, perché Sboarina Ikea non l'ha mai voluta».

«L’immobilismo dell’amministrazione veronese creano solo danni. La responsabilità della rinuncia di Ikea a Verona è chiara ed è della giunta di Sboarina», aveva dichiarato la deputata veronese del Pd Alessia Rotta, «i rilievi tecnici della giunta Sboarina avrebbero potuto trovare una soluzione, ma è mancata la volontà di andare avanti. Se il comune avesse voluto ridimensionare semplicemente il progetto avrebbe fatto di tutto per accelerare incontri».

«La scelta di Ikea, non si può negare, lascia preoccupati e dispiaciuti. Come rappresentanti delle istituzioni non possiamo fingere che non sia accaduto nulla, soprattutto se si considera l'indotto e le opportunità di sviluppo e di lavoro che avrebbe portato con sé una struttura di questo tipo», commenta l’onorevole della Lega e consigliere comunale di Verona Vito Comencini, aprendo una falla nella maggioranza.

Mauro Bonato, consigliere comunale ex capogruppo leghista ha presentato una domanda di attualità per il consiglio di giovedì prossimo, sul caso Ikea, al vicesindaco Luca Zanotto, per sapere come mai non ha coinvolto il consigliere regionale Enrico Corsi, per tentare di risolvere la questione. «Ho letto che Corsi su facebook – dichiara Bonato – ha scritto che nessuno ha preso sul serio la sua disponibilità assieme a tutti i consiglieri regionali ad essere contattato per un incontro. Alla luce di questo mi sembra normale chiedermi: ma il vicesindaco di Verona, dello stesso partito di Enrico Corsi, con il quale condivide la partecipazione nel consiglio nazionale della Lega Nord – Liga Veneta, perché non lo ha coinvolto per tentare di risolvere la questione dell’Ikea?»

 

 

 

CON SBOARINA

«Avevamo visto con favore l’arrivo di Ikea a Verona, ma eravamo nettamente contrari al centro commerciale collegato di oltre 80.000 metri quadrati, ritenuti invece indispensabili dalla multinazionale per la realizzazione del progetto». È il commento del presidente di Confcommercio Verona Paolo Arena alla vicenda Ikea.

Per Mao Valpiana «lo stop al progetto Ikea, un eco-mostro commerciale di 120.000 mq, abbinato ad Ikea Center, ci salva da un annunciato disastro ambientale e viabilistico, che avrebbe attratto annualmente oltre 10 milioni di visitatori e dunque 5 milioni di auto: un caos viabilistico come nei giorni del Vinitaly, spalmato su 12 mesi».

Per il consigliere comunale di Verona e Sinistra in comune Michele Bertucco «chi oggi si strappa i capelli per i “mille posti di lavoro persi a Verona” a causa della rinuncia di Ikea forse dimentica che questa cifra fu il cavallo di battaglia di Vito Giacino nella campagna elettorale 2012. Giacino si era rivolto direttamente ai lavoratori dell’ex Biasi in cassa integrazione ai quali prometteva, come poi successe anche con Adigeo, un impiego con l’intermediazione del Comune. Follia pura. Non solo tale cifra non trova alcun riscontro in nessuno dei centri Ikea attualmente aperti, ma non tiene conto nemmeno dei posti di lavoro che un centro commerciale da 120 mila metri quadri (3 volte Adigeo) farebbe perdere facendo fallire decine di negozi di quartiere».

 

Suggerimenti