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Indagini in corso

Sbalzato nel fiume, muore un operaio veronese in Belgio

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In Belgio viveva da tempo, si era trasferito per lavoro e da anni era operaio marittimo. Dimitri Martinato aveva 52 anni e sapeva come muoversi su barche e moli ma lunedì scorso la tragedia è accaduta all’alba, su una chiatta che batte bandiera belga attraccata sulla Schelda, il fiume che attraversa anche Anversa. Stando a quanto emerso, ma sono in corso accertamenti oltre che da parte della polizia anche dell’Ispettorato del lavoro, quel mattino la corrente era particolarmente forte e le funi erano troppo tese. L’equipaggio voleva allentarle ma forse per il carico non sistemato a dovere (troppo sbilanciato), forse a causa della corrente, la chiatta si sarebbe mossa improvvisamente, lui è stato sbalzato verso l’esterno ma una gomena gli si è attorcigliata intorno al piede ed è finito in acqua. La temperatura era bassissima, non è riuscito a risalire. E Dimitri è morto annegato tra la banchina di Argex e la chiatta Amber.

I colleghi hanno allertato subito i soccorsi ma una volta giunti sul posto per lui non c’era più nulla da fare. E il corpo ormai senza vita è stato recuperato dai sommozzatori di Anversa e Waasland. «I dipendenti che stavano lavorando in quel momento e che hanno assistito all’incidente sono in cura e ricevono l’assistenza psicologica necessaria», ha dichiarato Bram De Brauwer, portavoce del gruppo H20 di cui Argex fa parte. E, stando a quanto appreso, non si sarebbero mai verificati incidenti mortali sulla banchina.

 

Dimitri Martinato in una foto giovanile
Dimitri Martinato in una foto giovanile

Non era sposato e non aveva figli, Dimitri si era trasferito nel Nord Europa anche perché conosceva perfettamente la lingua come del resto i suoi fratelli perché la mamma è olandese. Ma nonostante la lontananza il legame con la famiglia era rimasto fortissimo. Si era specializzato a lavorare nei porti e sulle navi ed era stato assunto da pochissimi giorni dal gruppo che si occupa della produzione di pellet di argilla a Burcht. La notizia sui quotidiani belgi è uscita riportando alcune dichiarazioni del portavoce del gruppo mai suoi cari lo hanno saputo solo alcuni giorni dopo. Quando un agente dell’Interpol ha suonato il campanello facendo entrare in casa la disperazione. «All’inizio hanno saputo solo del decesso, senza altri particolari», spiega l’avvocato Eva Tavellin che, affiancata dal collega Cristian Costantini, sta assistendo i familiari. «E solo attraverso la loro rete di amicizie e contatti a Burcht sono riusciti a sapere cosa era accaduto, che si era trattato di un infortunio mortale sul lavoro». La sorella Myrna un paio di giorni fa è partita immediatamente per il Belgio insieme al fratello, per completare le pratiche burocratiche, per riportare a casa gli oggetti personali di Dimitri ma soprattutto per assicurarsi che la salma rientri a Verona il prima possibile, per poter rendergli l’ultimo saluto. «Al momento non sappiamo molto, le indagini sono in corso ma l’ipotesi più accreditata è che il signor Martinato sia annegato», conclude il legale. «Le uniche notizie che si hanno al momento sono quelle pubblicate sui giornali. Bisogna attendere comunicazioni ufficiali».

Fabiana Marcolini

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