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CHIESA E PANDEMIA

San Zeno, l’abate mette il dispenser dell’acqua santa: «Mani igienizzate e cuore purificato»

L’abate di San Zeno, monsignor Gianni Ballarini, accanto al dispenser (Foto Marchiori)
L’abate di San Zeno, monsignor Gianni Ballarini, accanto al dispenser (Foto Marchiori)
L’abate di San Zeno, monsignor Gianni Ballarini, accanto al dispenser (Foto Marchiori)
L’abate di San Zeno, monsignor Gianni Ballarini, accanto al dispenser (Foto Marchiori)

Entrare in chiesa e fare il segno della croce dopo aver intinto la mano nell'acqua santa, un rituale messo da parte in epoca di pandemia. Quasi ovunque, ma non più nella basilica di San Zeno: qui l'acquasantiera è automatica e l'acqua benedetta sgorga a gocce, in modo sicuro dal punto di vista sanitario. Basta inserire la mano nell'apposita fessura perché il sensore ne rilevi la presenza e attivi il dispenser.

 

«Da quando è iniziata l'emergenza Covid e nelle chiese ogni acquasantiera è stata svuotata perché potrebbe favorire il proliferare del virus, troppi fedeli si sono dimenticati del gesto simbolico del segno della croce con l'acqua benedetta, distintivo dei cristiani all'ingresso in chiesa, in ricordo del battesimo e dell'appartenenza alla comunità. Da qui l'idea di dotarci di un sistema che garantisse la salute di tutti, rispettando le norme di prevenzione, e allo stesso tempo non banalizzasse il gesto del segnarsi con l'acqua santa», illustra l'abate, monsignor Giovanni Ballarini. La forma richiama quella di un classico apparecchio dispenser, con una veste consona al luogo, ma la scritta «acqua santa» in italiano e inglese e l'immagine stilizzata di una persona nell'atto di segnarsi la fronte aiutano a distinguerlo dal più classico distributore di igienizzante.

 

Uno schermo digitale collocato sulla sommità della colonnina tiene il conto delle gocce erogate e una spia luminosa avvisa quando il serbatoio, ricaricabile, sta per esaurirsi. La capienza è di tre litri. Il dispositivo esordisce questo fine settimana, anche se è collocato già da qualche giorno ai piedi del portale d'accesso principale alla basilica, proprio accanto all'acquasantiera tradizionale, asciutta ormai da quasi due anni. I fedeli entrano e dopo essersi disinfettati le mani con il gel a disposizione, possono segnarsi adoperando l'acqua benedetta. «Mani igienizzate e cuore purificato» è lo slogan scelto dall'abate, che ha fatto collocare anche un cartello esplicativo: «Chiunque tu sia, ti accolgo con gioia a nome della comunità cristiana di San Zeno. Se hai il dono della fede, entra e fai il tuo bel segno di croce con l'acqua benedetta in ricordo del tuo battesimo».

 

La novità ha suscitato curiosità e approvazione da parte dei visitatori che per primi vi si sono imbattuti. Il progetto è della startup ARetail, di Pordenone, che si occupa di automazione. «Durante la pandemia ci siamo specializzati nell'ideazione di dispositivi di supporto alla sanificazione e al controllo della salute», spiega Walter Biason, il fondatore. «È nato così il Cleanium, un distributore di gel igienizzante made in Italy (lo produce l'azienda Imecon, di Crema, nda) adottato dagli aeroporti di Malpensa e Linate, da alcune università e da diversi centri commerciali. Ma se il dispenser funziona per il gel, perché non utilizzarlo anche per altri prodotti? Ci è passata per la testa l'idea di riportare l'acqua santa nelle chiese, ed è stata fondamentale la consulenza di don Daniele Fort, un parroco della nostra zona».

 

Il dispositivo è stato installato per la prima volta nel Duomo di Porcia, nella diocesi di Concordia-Pordenone, poi in altri luoghi di culto del Friuli, a Bologna e a Brescia. Pare sia richiestissimo non solo dai sacerdoti, ma anche molti fedeli che vogliono donarlo, per Natale, alla loro parrocchia di riferimento.

Laura Perina

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