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Salvini: «Per Veronetta quei 18 milioni ci sono»

Il ministro Salvini nell’ultima tappa del suo tour veronese: in Fiera all’Automotive Dealer Day FOTO MARCHIORIMatteo Salvini a Palazzo Giusti con Sboarina, Scalzotto e i vertici di Cassa Depositi e Prestiti MARCHIORI
Il ministro Salvini nell’ultima tappa del suo tour veronese: in Fiera all’Automotive Dealer Day FOTO MARCHIORIMatteo Salvini a Palazzo Giusti con Sboarina, Scalzotto e i vertici di Cassa Depositi e Prestiti MARCHIORI
Il ministro Salvini nell’ultima tappa del suo tour veronese: in Fiera all’Automotive Dealer Day FOTO MARCHIORIMatteo Salvini a Palazzo Giusti con Sboarina, Scalzotto e i vertici di Cassa Depositi e Prestiti MARCHIORI
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Soldi per le periferie. Avanti con la Tav. Sbloccare i cantieri. Ridurre le tasse. Il Governo, fronte Lega, dice: avanti tutta. La promessa davanti alla prima delle nuove sedi locali italiana della Cassa Depositi e Prestiti, a Veronetta, a palazzo Giusti. In un luogo in cui si elargiranno finanziamenti per sostenere imprese e amministrazioni locali. I 18 milioni del bando periferie - per la riqualificazione di Veronetta, stanziati dal precedente Governo e “congelati” fino al 2020 dal Governo Lega-5 Stelle - arriveranno? «Assolutamente sì. E Verona avrà anche la Tav, l’alta velocità ferroviaria, anche questa congelata dai troppi dubbi di un ministro del 5 Stelle». Parola di Matteo Salvini, leader della Lega, ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio, a margine dell’inaugurazione degli uffici della Cdp, per l’83% del ministero dell’Economia e Finanze. In tour nel Veronese per le elezioni europee e amministrative del 26 maggio (si vota in 49 dei 98 Comuni scaligeri) Salvini non nasconde i travagli e il logorio del rapporto con l’altra gamba del Governo Conte, cioè il 5 Stelle dell’altro ministro e vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio. Ma il riferimento al “ministro del 5 Stelle” è a quello alle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli, che fin da subito ha posto altolà sulla Tav ferroviaria, la Torino-Lione, ma anche la Brescia-Verona-Vicenza-Padova, ponendo la necessità dell’analisi tra costi e benefici. Anche se sulla Brescia-Verona il ministero ha garantito che si procederà secondo la versione sostenibile. È chiaro però che, presenti il sindaco Federico Sboarina, il presidente della Provincia Manuel Scalzotto, il vicesindaco scaligero Luca Zanotto, gli ostacoli nel percorso del Governo sono tanti. E Salvini - contestato anche al suo arrivo da alcuni esponenti di centri sociali - lo conferma: «Iniziano a essere troppi i no, troppi i dubbi che fermano l’Italia. Sulle ferrovie, sull’autonomia, sulle tasse, sull’immigrazione, sulla legittima difesa. Ma noi», dice alludendo alla Lega, «non manterremo gli impegni». Salvini elogia le iniziative della Cassa Depositi e Prestiti di aprire sedi decentrate rispetto a Roma e a Milano, proprio nell’ottica del sostegno ai territori. «È la strada giusta, quella della Cdp: finanziamenti diretti alle piccole e medie imprese e alle amministrazioni locali e quindi sono contento che una banca si apra al territorio in nome dell’incontro ai sindaci». Qui si apre il tema dell’autonomia del Veneto e della Lombardia (chiesta con il referendum) oltre che dell’Emilia Romagna, su cui il 5 Stelle frena. Dicendo che prima servono altri passi. «Prima, prima, prima... La nostra emergenza è ridurre le tasse e io in 11 mesi ho mantenuto la parola. Vedo che chi sta al Governo con noi ha troppa sintonia con il Pd su autonomia, flat tax, sicurezza, porti... Noi invece siamo totalmente alternativi alla sinistra. Vogliamo cambiare l’Europa soprattutto per aiutare le vittime dei disastri provocati dalle banche», prosegue Salvini, che ha chiuso il tout in Fiera alla rassegna Automotive Dealer Day, «e per dimezzare la disoccupazione portandola al 5 per cento. Con cinque milioni di poveri non sarò mai tranquillo». Aumenterà l’Iva? «Mai». •

Enrico Giardini

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