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I dettagli dell'arresto

Rissa in piazza Erbe, l'arrestato: «Sono della ’ndrangheta. Sbirri, ve la farò pagare»

Il giovane è risultato senza fissa dimora. S'indaga sul perché fosse a Verona
L'arrivo delle volanti in piazza Erbe
L'arrivo delle volanti in piazza Erbe
Rissa in piazza Erbe

Ha sulle spalle tre anni di carcere a Poggioreale, precedenti per reati contro il patrimonio e stupefacenti. Ma è una frase soprattutto che dev’essere approfondita, quell’inquietante: «Sono della ’ndrangheta, ve la farò pagare sbirri figli di...».

 

È comparso ieri mattina davanti al giudice per il processo per direttissima, il ventiseienne di Pozzuoli in provincia di Napoli che è stato arrestato dalla polizia venerdì per una furibonda lite scoppiata a colpi di sedie in un bar in piazza Erbe e che lo ha visto ferire un agente con prognosi di circa una settimana.

 

Il giudice dopo aver convalidato l’arresto ha fissato la data del processo a gennaio 2022 e rimesso in libertà l’uomo senza alcuna misura. Gli agenti delle Volanti della questura scaligera, intervenuti in supporto alla polizia locale e ai colleghi dei servizi antiassembramento che pattugliano i luoghi della «movida» per evitare assembramenti, dopo la lite avevano fermato tre persone.

 

Il ventiseienne arrestato, per oltraggio, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, ha inizialmente detto di essere residente a Verona, ma quando ha dovuto indicare una casa per passare la notte in attesa del processo ha poi dichiarato di non avercela e di fatto è risultato senza fissa dimora. Il perché fosse a Verona, e con chi, resta oggetto di altre indagini.

 

In questura è stato portato anche l’aggredito, un venticinquenne di Termoli, in provincia di Campobasso, cui è stata strappata la polo, e si è riservato di presentare denuncia. Infatti non essendoci lesioni gravi, si deve procedere per querela di parte. La terza persona portata in questura è stata rilasciata dopo essere stata sentita a sommarie informazioni. È un cittadino di origine marocchina.

 

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Alessandra Vaccari

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