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Sindaco contro Lamorgese sul rinnovo dei bandi

Richiedenti asilo, Sboarina attacca il ministro dell'Interno: «Non difende i confini». Ma i numeri a Verona sono in calo

Migranti all'arrivo in Europa
Migranti all'arrivo in Europa
Migranti all'arrivo in Europa
Migranti all'arrivo in Europa

«Il ministro Lamorgese non difende i confini nazionali. Verona non diventerà una zona franca per i migranti clandestini». Durissimo attacco al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese da parte del sindaco di Verona Federico Sboarina, che già oggi dalle pagine dell'Arena aveva dichiarato che «lo Stato non è impegnato in una ferma difesa dei confini, ma pensa di scaricare la questione sui Comuni» e che nel pomeriggio ha rincarato la dose dal suo profilo Facebook.

Nel mirino del primo cittadino il bando pubblicato dalla Prefettura di Verona (qui trovate quello per 950 persone, ce ne sono altri due rispettivamente per 100 e 150 persone) per la predisposizione di circa 1.200 posti per altrettanti richiedenti asilo da distribuire in appartamenti o in centri collettivi. Non si tratterebbe però di nuovi arrivi, ma del rinnovo del bando per ospitare i richiedenti asilo già presenti. A gennaio 2020, nel Veronese erano oltre 1.500 e nel bando pubblicato ad aprile 2019 i posti da assegnare erano 1.900.

 

 

 

Per il Partito Democratico veronese «come ogni anno alla scadenza del bando per l'accoglienza dei richiedenti asilo, il Sindaco di Sboarina si lamenta nei confronti della Prefettura la quale non fa altro che predisporre sul territorio quanto previsto dalle norme nazionali ed europee sull’accoglienza dei richiedenti asilo. Norme sottoscritte e concordate da tutti i governi nazionali sia di centrodestra che di centrosinistra».

Per Michele Bertucco, di Verona e Sinistra in Comune, «il centrodestra che reagisce in modo così sguaiato a quello che appare esser un semplice rinnovo di un bando di cadenza biennale per i migranti già presenti sul nostro territorio, come precisato anche dal deputato e consigliere comunale Vito Comencini, dovrebbe mettersi d’accordo con se stesso. La Lega non sta al governo? E allora perché viene a piangere a Verona? E Sboarina ha informato della sua contrarietà al rinnovo del bando migranti il suo alleato di maggioranza, la Lega?».

Posizione parzialmente diversa rispetto a quella di Sboarina per il deputato e consigliere comunale della Lega Vito Comencini: «Il nuovo bando, emesso nei giorni scorsi dalla prefettura per i migranti già presenti oggi sul territorio veronese, non sia l’anticamera a nuovi arrivi di profughi nella nostra provincia. La gara viene indetta ogni due anni dalla prefettura per il collocamento dei migranti (attualmente circa 1200) seguiti dalle cooperative. Il bando era in scadenza e quello nuovo prevede delle regole diverse per il protocollo Covid. Si parla di abitazioni con metrature più ampie, ma quando l’emergenza legata alla pandemia scemerà alle cooperative rimarranno degli appartamenti molto più ampi rispetto a quelli che utilizzano attualmente. Il Covid, pertanto, non sia il cavallo di Troia per autorizzare in un secondo momento l’accoglienza di nuovi migranti. Il governo segua su questo tema la linea della Lega e di Matteo Salvini».

 

 

I COMITATI GESTORI

Arriva anche una nota del coordinamenti degli enti gestori veronesi: «I numeri delle persone accolte sono in costante calo, nell’ultimo anno molte persone hanno lasciato le strutture di accoglienza dopo aver ricevuto il permesso di soggiorno. La Prefettura e il Ministero non prevedono nessun massiccio arrivo sulla nostra provincia, ma semplicemente hanno il dovere di ripetere le procedure di gara che scadono ogni 24 mesi: il nuovo bando cerca sistemazione per i 1.192 richiedenti asilo già presenti sul territorio, con un discostamento di posti nuovi pari a 8 unità su 1.200 posti. Ci teniamo anche a precisare che nel nuovo bando sono state inserite regole più stringenti sulla qualità della accoglienza: le strutture devono rispettare una metratura minima per ogni persona, è richiesto più personale nelle strutture, viene reinserita la necessità di corsi di lingua italiana e di percorsi di orientamento del territorio. Questo bando per il territorio non significa nuovi arrivi, significa invece qualità più alta di accoglienza delle persone che sono già qui: questo miglioramento sul territorio si traduce in più vigilanza, controlli più efficaci delle strutture e l’attivazione di progetti di integrazione».

 

Riccardo Verzè

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