<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Rientro a scuola, il test rapido non vale

Bambini in fila con la mascherina entrano a scuola
Bambini in fila con la mascherina entrano a scuola
Bambini in fila con la mascherina entrano a scuola
Bambini in fila con la mascherina entrano a scuola

Due tamponi negativi e poi il certificato medico. Sarà questo il lasciapassare per il rientro a scuola di studenti, insegnanti e dipendenti scolastici. Lo ribadisce la circolare del direttore generale del ministero della Salute, Gianni Rezza, che chiarisce alcuni punti del decreto del presidente Giuseppe Conte, del 7 settembre, sulla riapertura delle scuole. Il testo indica quattro scenari che concorrono a definire un caso sospetto e illustra altrettante tipologie di casi e il relativo protocollo da adottare (scheda a destra). Specifica anche che chi rientra a scuola dopo aver contratto il Covid deve effettuare due tamponi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. Si tratta di tamponi veri e propri, ovvero quelli di biologia molecolare, con risultato ottenuto dal laboratorio, e non di test rapidi utilizzati negli ultimi mesi in modo capillare. Solo dopo il doppio test si chiuderà l’isolamento e si rientrerà a scuola. La circolare ora deve essere applicata dalle Regioni che procederanno ciascuna con i propri criteri applicati dalle Ulss locali. Già domani la Scaligera si confronterà con i medici e con l’Azienda zero regionale per decidere come procedere. I punti in cui effettuare il tampone dovrebbero essere gli attuali, ma la circolare prevede la precedenza a studenti e insegnanti. Oltre alla precedenza, però, occorreranno più spazi: le code di queste settimane ai punti tampone lo dimostrano. Su questo, sempre domani, ci sarà però una svolta. L’accordo tra Ulss 9 Scaligera e pediatri, infatti, sembra giunto a buon fine e questi ultimi in buona parte acconsentiranno di effettuare i tamponi ai bambini da 0 a 14 anni negli spazi organizzati dall’Ulss in orario pomeridiano (articolo sotto). Il doppio tampone è una misura che certo complicherà l’organizzazione familiare, ma per il mondo della scuola diventa necessaria «per il contenimento dell’epidemia e per garantire la continuità in sicurezza delle attività didattiche». Lo dice la circolare, ma lo sottoscrive, a Verona, Mario Bonini, dirigente scolastico dell’Educandato agli Angeli, e coordinatore dei presidi delle superiori di Verona. «Per le famiglie può essere una complicazione, ma è una misura corretta anche perché i test veloci danno un’indicazione, ma non sono precisi, mentre al mondo della scuola occorre una risposta certa. Serve il tampone vero e proprio», spiega Bonini, che prosegue: «I casi di contagio in Italia stanno aumentando ed è meglio andare con i piedi di piombo, perché nel caso della scuola parliamo di strutture in cui ci sono anche mille persone al giorno». E nelle quali i primi casi si sono già verificati. In due scuole materne, le sezioni di due bambini positivi sono state chiuse. In alcuni istituti superiori, invece, dove non è previsto l’isolamento di tutta la classe, essendo garantiti il distanziamento e la protezione con la mascherina, sono stati isolati lo studente e i compagni di classe più vicini. I ragazzi in quarantena procedono con la didattica a distanza, seguendo le lezioni da casa. È una prassi che le scuole sono pronte ad adottare, come conferma Bonini: «Per lo studente in quarantena per Covid è prevista la didattica integrata. Siamo attrezzati: dopo cinque mesi di pandemia siamo preparati. Forse anche in questo caso qualche problema lo avranno le famiglie, ma non sarà un problema fornire loro un tablet». •

Maria Vittoria Adami

Suggerimenti