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Regole e decoro, il giro di vite di Tinè

Sempre affollati i plateatici dei bar che si affacciano su Piazza ErbeVincenzo Tinè, 56 anni, soprintendente per Verona,  Vicenza, Rovigo
Sempre affollati i plateatici dei bar che si affacciano su Piazza ErbeVincenzo Tinè, 56 anni, soprintendente per Verona, Vicenza, Rovigo
Sempre affollati i plateatici dei bar che si affacciano su Piazza ErbeVincenzo Tinè, 56 anni, soprintendente per Verona,  Vicenza, Rovigo
Sempre affollati i plateatici dei bar che si affacciano su Piazza ErbeVincenzo Tinè, 56 anni, soprintendente per Verona, Vicenza, Rovigo

È tornato a occuparsi di Verona e non vede l’ora di muoversi su un monopattino elettrico. «Un mezzo eccellente. Non inquina, occupa poco spazio, è veloce. Come la bicicletta. Ecco, una città antica come Verona deve mantenere decoro, qualità degli arredi. Dev’essere sostenibile e vivibile da residenti, commercianti e turisti. Monumenti, chiese, siti archeologici? La linea è: regole e poi unire tutela e valorizzazione. Per farli vivere». È la linea di Vincenzo Tinè, 56 anni, nuovo soprintendente per archeologia, belle arti e paesaggio di Verona, Vicenza e Rovigo. Ha la fama di essere rigoroso, Tinè. Già soprintendente archeologico del Veneto dal 2009 al 2015, occupandosi anche della provincia scaligera quando l’archeologia era scorporata dagli altri due ambiti, Tinè, era da soli tre mesi a Padova, dopo quattro anni a Genova, sua città d’adozione, lui nato a Reggio Calabria. Ed è stato inviato qui al posto di Fabrizio Magani, andato a Padova. Un cambio di sede che Tinè - che ha già incontrato il sindaco Federico Sboarina - definisce ancora «un po’ sconcertante. Ma sono felicissimo di essere a Verona, dove ho trovato una sensibilità per i beni culturali aumentata, e comunque l’aveva anche l’ex sindaco Tosi. Si percepisce che i monumenti, le chiese, le piazze, il centro storico, siano “nostri”. Quindi Verona, come Padova, non rischia di fare le fine di Venezia, invasa solo da turisti». I «DEHORS». La rimozione di Tinè da Padova è stata collegata al fatto che lui ha posto paletti sulla costruzione della nuova Pediatria dell’ospedale di Padova nell’area della cinta muraria cinquecentesca, vincolata. E da qui un braccio di ferro con la Regione e con il Comune. Ma ha fatto valere le sue ragioni anche dando linee restrittive sui plateatici dei bar e sulle aree mercatali del centro. Poi, peraltro, ha trovato una mediazione, con il Comune e con gli operatori. A Verona c’è da dieci anni il progetto dello studio Forti per rinnovare i tendoni sui plateatici di 14 bar e ristoranti. Sul quale il predecessore di Tinè si era espresso positivamente. Il Comune però ipotizza ora di dare vita ora a un concorso progettuale, su piazza Erbe, e ha posto il caso a Tinè. «Valuterò, confrontandomi. A Padova c’è sempre stato un dialogo. Con il Comune e la Regione, sull’ospedale vicino alla mura, e si è vicini a una soluzione. E con il Comune e le categorie sui plateatici». Sui dehors dei bar e ristoranti, «che fanno parte dell’arredo delle piazze», spiega, «abbiamo dato regole, trovando soluzioni che, come a Genova, hanno creato anche dei presidi per la sicurezza». MERCEOLOGIE. E per i mercati, come quelli di piazza Erbe, stabili, o quelli temporanei in piazza dei Signori o in piazza Bra? «Sulla disciplina delle attività commerciali nei centri storici l’articolo 52 del Codice dei beni culturali prevede accordi tra Comuni, Regione e Soprintendenza. Voglio muovermi così. Per quanto riguarda il food, ma non solo, nei banchetti e nei negozi credo vadano privilegiati i prodotti tipici locali, di qualità, perché anche questa è cultura. Insomma, il fenomeno va governato, come hanno fatto qui i miei predecessori, senza contrapposizioni. E ragionando con regole generali, non caso per caso». ZTL E PARCHEGGI. L’Amministrazione non intende riallargare le fasce libere di ingresso pomeridiano e serale alle auto della Ztl, come hanno chiesto esercenti e commercianti. I provvedimenti sul traffico dipendono dal Comune, ma è chiaro che questo aspetto attiene anche al decoro dei monumenti e delle piazze. Il soprintendente ricorda «che le piazze e le vie dei centri storici sono beni culturali e quindi vengono concessi soltanto con il via libera della Soprintendenza. Credo comunque che sia necessario aprire un dibattito sui parcheggi nella zona del centro. A Genova ne è stato costruito uno». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Giardini

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