<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Omofobia

Rapirono il figlio gay
per «rieducarlo»
Genitori a processo

Omofobia

Non potevano accettare che il figlio potesse essersi innamorato di un altro ragazzo.

Per due genitori di nazionalità bulgara l’omosessualità è «qualcosa» da gestire in maniera drastica visto che non esitarono a chiedere ad un amico di famiglia di rapire il ragazzo e di portarlo «al sicuro», a casa dei parenti in un paesino che si affaccia sul Mar Nero.

La coppia vive alle porte della città, entrambi hanno 44 anni e sono accusati di sequestro di persona, a davanti al giudice dell’udienza preliminare di Padova Margherita Brunello hanno chiesto di patteggiare un anno e 8 mesi ciascuno. Anche l’amico di famiglia, un uomo di 41 anni di origine serba che vive a Lonigo, che si prestò a prelevare a forza il giovane dall’appartamento in cui viveva con l’amico ha chiesto di patteggiare 10 mesi per chiudere le pendenze con la giustizia.

 

Una vicenda che risale al maggio 2016, alcuni mesi prima il figlio della coppia di origini bulgare che abita da una vita nella nostra provincia aveva deciso di frequentare l’Università a Padova. Dove si era innamorato, ricambiato, di un altro ragazzo.

Quando il sospetto che il figlio fosse gay divenne una conferma la reazione fu terribile: non potevano accettare quella «debolezza», anzi per loro era un’onta che andava riparata e il ragazzo «rieducato». Il 16 maggio, senza mezzi termini, l’amico di famiglia e i genitori andarono a Padova, salirono nell’appartamento e trascinarono fuori il giovane facendolo salire a forza su un’auto. Una scena che fu notata da molti studenti (i due vivevano in un quartiere abitato soprattutto da universitari): la macchina partì a forte velocità e sparì con destinazione la Bulgaria, in particolare la casa di un loro parente in un paese sul Mar Nero. Il compagno cercò di impedire il rapimento ma venne colpito e finì contro una parete di casa. Sequestro di persona, violenza privata e lesioni le accuse per le quali il pm Sergio Dini chiese il rinvio a giudizio.

Fabiana Marcolini

Suggerimenti