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Classifica del Sole24Ore

Qualità della vita:
Verona fa un balzo
al settimo posto

Classifica del Sole24Ore
Verona ai primi posti della classifica del Sole24 ore
Verona ai primi posti della classifica del Sole24 ore
Qualità della vita a Verona

Nel trentesimo anno dell'indagine sulla qualità della vita del Sole 24 Ore, Verona fa un balzo in avanti e guadagna ben sei posizioni rispetto lo scorso anno, classificandosi al 7° posto tra 107 province d'Italia. Al primo posto fa il bis Milano, seguita da Bolzano e Trento, salde sul podio, mentre Aosta è al 4°, Trieste al 5° e al sesto posto troviamo Monza e Brianza.

 

La nostra città primeggia anche tra le province venete. Nella «Top Ten» entrano anche Treviso (8° posto, ne guadagna uno) e Venezia (9° posto, guadagnando ben 25 posizioni rispetto al 2018), mentre Vicenza si piazza undicesima, scalando la classifica di sei posti, Padova è 23ª (+ 10 posizioni) mentre Belluno crolla al 51° posto, perdendo ben 47 posizioni, e Rovigo precipita al 70° posto, perdendo 12 posizioni. 

 

LE REAZIONI.  «Verona sempre più competitiva, attraente e accogliente, grazie al lavoro di tutti, dagli amministratori alle categorie al singolo cittadino – commenta il sindaco Federico Sboarina -. Un dato che non ci deve sorprendere perché fotografa l’impegno di amministratori e di tutti i veronesi che contribuiscono alla crescita della loro città. È il successo di un lavoro di squadra, che ancora una volta si conferma la strategia vincente per raggiungere obiettivi e ottenere i migliori risultati, in qualsiasi campo. Da subito ho cercato di stringere sinergie e collaborazioni con gli altri territoriali e le categorie. Un lavoro fatto a livello pubblico e un riconoscimento alla capacità e laboriosità della comunità, che vanta non poche eccellenze. È questo lavoro che ci ha permesso di risalire la classifica raggiungendo la top ten, la seconda volta dopo il 1997. Con una crescita esponenziale negli ultimi tre anni, che ci impone di lavorare nella strada che è stata tracciata, per migliorare l’anno prossimo e in quelli futuri».

 

Soddisfatto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia che dichiara: «A dispetto di prefiche e cassandre, la società veneta, fatta di tanti cittadini che credono nella solidarietà e nella partecipazione attiva, di tanti amministratori e di bravi sindaci - che al di là del colore politico, hanno in testa i valori del buon vivere, della coesione civile e del rispetto - è sempre in testa per qualità della vita. Siamo una società che conosce la solidarietà per i più fragili, come dimostrano le statistiche che evidenziano che un veneto su 5 fa volontariato».

 

«Si tratta di una valutazione complessiva – prosegue Zaia - fatta non solo di Pil ma di benessere a 360 gradi, dalla salute all’ambiente, dalla cultura alla mobilità, dalla sicurezza al lavoro, alla giustizia. La media complessiva degli indicatori di "qualità" del buon vivere ci vede al terzo posto, alle spalle di due regioni autonome Val d’Aosta e Trentino Alto Adige, che vivono contesti storico-geografici e amministrativi incomparabili con i nostri».

 

«In Veneto siamo ai primi posti non solo per raccolta differenziata, offerta di trasporto pubblico e buon livello di sicurezza e di servizi sociali – sottolinea Zaia – ma anche per densità culturale, con indici lusinghieri nell’offerta di spettacoli, di concerti, di mostre e ottime performance nell’attrattività turistica e nella "sportività" dei nostri concittadini».

 

«Dati che smentiscono ancora una volta gli stereotipi di un Nordest legato solo ai "schei", egoista e rancoroso, e che confermano invece la vivace apertura di una terra che vanta il maggior numero di siti Unesco, che sa essere ponte tra Occidente e Oriente, e non solo grazie a Venezia. che vanta una galassia di istituzioni culturali di prestigio internazionale dalla Biennale all’Arena di Verona, dal Campiello al Teatro Olimpico e al Teatro Stabile, dalla Fenice agli atenei veneti».  E conclude: «Per tutti noi, per i sindaci e gli amministratori veneti, il rapporto 2019 è una conferma incoraggiante. Ma non si tratta certo di un punto di arrivo, ma motivo di ulteriore stimolo per non sedersi sugli allori e impegnarsi al massimo per migliorare ancora».

Giorgia Cozzolino

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