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Protocollo sicurezza al via «Ma serve più personale»

Si avvicina il ritorno a scuola: si misura la distanza tra i banchi per rispettare i parametri di sicurezza indicati dal ministero per le lezioni in aulaFlavio FiliniRoberto Fattore
Si avvicina il ritorno a scuola: si misura la distanza tra i banchi per rispettare i parametri di sicurezza indicati dal ministero per le lezioni in aulaFlavio FiliniRoberto Fattore
Si avvicina il ritorno a scuola: si misura la distanza tra i banchi per rispettare i parametri di sicurezza indicati dal ministero per le lezioni in aulaFlavio FiliniRoberto Fattore
Si avvicina il ritorno a scuola: si misura la distanza tra i banchi per rispettare i parametri di sicurezza indicati dal ministero per le lezioni in aulaFlavio FiliniRoberto Fattore

Tutto è subordinato a due fattori determinanti: l’aumento degli organici nelle scuole e lo scioglimento del nodo trasporti. Per un inizio in sicurezza, il Protocollo siglato ieri dal ministro dell’istruzione Lucia Azzolina e dalle sigle sindacali è un passo avanti, perché tutela gli studenti, ma soprattutto chi lavora nelle scuole, ma non basterà se non sarà supportato da un aumento del personale che a Verona, tra docenti e dipendenti Ata, dovrebbe essere almeno di 1.500 persone. Sono dodicimila insegnanti, collaboratori scolastici e dipendenti che lavorano nel mondo della scuola dalle materne alle superiori. Ogni istituto ha presentato la sua richiesta di integrazione di personale al Provveditorato che finirà all’Ufficio scolastico regionale. Ma la risposta deve essere ormai prossima, perché un mese per queste operazioni non è molto. Da un lato c’è la promessa del ministro di nuove assunzioni (50mila in tutta Italia), ma dall’altro queste ultime devono essere messe nero su bianco. Il protocollo di sicurezza, infatti, regola le procedure di ingresso e uscita nelle scuole, e di pulizia e igienizzazione di tutti gli spazi. Per tutto questo occorreranno più collaboratori scolastici. Lo stesso vale per gli insegnanti nel caso le scuole dovessero suddividere in sottosezioni le classi più numerose. «Chiediamo celerità perché manca tuttora l’organico, che era già sottodimensionato del 30 per cento neglianni scorsi», spiega Maria Grazia Papuzzo, di Uil Scuola Verona. «Serviranno collaboratori scolastici per fare sorveglianza per monitorare il distanziamento tra i ragazzi e i flussi di ingresso. Anche le igienizzazioni produrranno un sovraccarico di lavoro per il personale. Il protocollo è un passo avanti», conclude Papuzzo, «ma il timore è che non ci sia più tempo. L’applicazione del documento deve passare per nuovo organico e siamo in ritardo. I nuovi docenti dovrebbero già essere assunti in questo mese e non ci sono state date ancora indicazioni in merito». IL TEMA CENTRALE Resta questo il nodo principale: «Ridurre gli alunni con sottosezioni in classe è in subordine ad avere un organico aggiuntivo», ammonisce Roberto Fattore, preside del liceo Maffei. Lo conferma Flavio Filini, del consiglio regionale dell’Anp, l’associazione nazionale dei presidi, e dirigente del Copernico-Pasoli. «Occorre adeguare l’organico alla situazione, le graduatorie ci sono e si può fare. Ogni scuola ha fatto le sue richieste di docenti e personale Ata per le pulizie e la sanificazione: si pensi anche solo alla pulizia continua delle porte. Per fare le cose fatte bene servirebbero 1.000-1.500 persone in più. Attendiamo una risposta dall’Ufficio scolastico regionale la settimana prossima». PIÙ TUTELE. Il protocollo è tuttavia un buon traguardo: «Serviva un’indicazione unica con gli elementi generali e di tutela per i dirigenti scolastici», dice Filini. «Non è perfetto, ma regola una situazione fuori dall’ordinario. Se domani si innescasse un contagio imprevisto, partirebbe il panico. Avere indicazioni precise è utile». Il protocollo, infatti, indica anche come comportarsi in caso di una persona sintomatica all’interno dell’istituto scolastico, dà un supporto psicologico per il personale scolastico e per gli studenti, indica anche che vi sia un medico di competenza che collabori con il dirigente scolastico. «L’adattamento delle regole passerà per i dirigenti scolastici», continua Filini. «E le cose cambiano con una velocità frenetica. Il grosso del lavoro è stato quello delle misurazioni delle classi, ma non sappiamo se arrivano i banchi, necessari per le vie di fuga. Molti stanno facendo lavori. L’autonomia ha salvato la scuola, la situazione è difficile, i colleghi sono stanchi perché hanno fatto di tutto e di più. I problemi maggiori li avremo nelle scuole con alunni piccoli. E poi ci sono quelle con carenza di spazi. Lì servirà personale. Per le superiori i ragazzi sono più gestibili anche per la didattica a distanza, ma per quest’ultima servirà un decreto di appoggio». I SINDACATI La firma del protocollo per la sicurezza nelle scuole è stata accolta con favore dalle sigle sindacali perché «impegna il ministero», spiega Sandra Biolo, segretaria regionale Cisl Scuola: «Il protocollo non è esaustivo e a livello di ogni singola scuola va organizzato un modello. Ma lo aspettavamo da tempo: ci sono indicazioni puntuali per un avvio in sicurezza, per dirigenti scolastici, Rsu e chi partecipa. Valorizza le organizzazioni sindacali nelle scuole con un modello partecipativo». •

Maria Vittoria Adami

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