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Kfc in via Cairoli

Pronto il pollo fritto del Kentucky in piazza Erbe, ma è vietato l'asporto

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L'interno del nuovo Kfc di via Cairoli (Marchiori)
L'interno del nuovo Kfc di via Cairoli (Marchiori)
L'interno del nuovo Kfc di via Cairoli (Marchiori)
L'interno del nuovo Kfc di via Cairoli (Marchiori)

Pollo fritto sì ma senza la possibilità dell’opzione “a portar via”. Il conto alla rovescia per l’apertura del Kentucky Fried Chicken di via Cairoli, a un passo da piazza Erbe, è iniziato. Nonostante le molte voci contrarie all’apertura nel cuore della città antica del terzo Kfc cittadino, che si erano levate la scorsa estate animando anche la polemica politica, il progetto è andato avanti e ora il locale si prepara ad accendere i fornelli pur con una novità piuttosto rilevante, soprattutto per un’attività di somministrazione di cibo “fast” quale è la nota catena americana di ristoranti.

Con delibera di giunta, infatti, l’amministrazione lo scorso agosto ha introdotto il divieto di vendita per l’asporto di alcuni cibi quali «i prodotti fritti e i cibi etnici riferibili alla cultura orientale o medio orientale». Sostanzialmente, non potendo di fatto impedire l’apertura di attività di questo tipo nemmeno nella città antica, a differenza di quanto previsto per le realtà artigianali, è una mossa che punterebbe a tutelare il decoro e la vivibilità del centro storico.

«Abbiamo introdotto un nuovo sistema applicativo, precedentemente non esistente, al fine di incrementare quei margini di tutela per preservare e garantire il patrimonio storico e culturale del centro della nostra città, e difendendolo da un uso indiscriminato», spiega l’assessore al Commercio Nicolò Zavarise, aggiungendo che la delibera non ha valore retroattivo.

Le alette di pollo fritte del Colonnello, dunque, potranno essere consumate solo all’interno ma non degustate all’aperto magari ammirando la Scala della Ragione o Madonna Verona. Si tratta di «un primo gradino per stare al passo con i cambiamenti di un panorama commerciale che sta mutando, anche dopo la drammatica pandemia che ha impattato negativamente specialmente nelle piccole medie imprese e nelle locali attività di ristorazione. Sono proprio le botteghe e i ristoranti veronesi quelli che oggi necessitano di maggior attenzione e degli strumenti più efficaci per proseguire nella ripresa economica», aggiunge Zavarise. «Gli strumenti normativi che oggi abbiamo a disposizione ci consentono di arrivare fino a un certo punto ma, grazie anche alla collaborazione con la Regione, abbiamo già iniziato un percorso finalizzato alla realizzazione di un vero e proprio piano di gestione sull’insediamento di attività commerciali, artigianali e di pubblico esercizio a salvaguardia di particolari ambiti della nostra città», anticipa l’assessore al Commercio.

Dopo le polemiche che avevano tenuto banco la scorsa estate, al civico 2A di via Cairoli, l’attività sembrava essere stata sospesa. Le insegne rosse e bianche che contraddistinguono il Kfc in tutto il mondo, già affisse a giugno sulle vetrate, erano state oscurate e nulla si vedeva all’interno dei circa 200 metri quadrati di spazio commerciale. In questi giorni, invece, la svolta, almeno visiva. Dalle vetrate a una manciata di metri dalla statua di Berto Barbarani, tutto sembra ormai pronto. Gli sgabelli rossi e bianchi sono già arrivati e, in vista delle pulizie di fine lavori, sono ordinatamente rovesciati sopra i tavoli. I pannelli touch screen per gli ordini in automatico già illuminati così come la luce che regala tridimensionalità al volto stilizzato del Colonnello del pollo fritto del Kentucky, l’imprenditore Harland Sanders che diede vita alla catena di fast food ormai diffusa in tutto il mondo.

Ilaria Noro

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