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LE NUOVE NORME

Prof senza green pass, giro di vite a Verona: pochi senza certificato

Qualcuno dice un paio, qualcun altro di più. La conta ufficiale non c'è, ma anche a Verona emergono i primi sporadici casi di lavoratori della scuola sospesi perché non in regola con il Green pass. Si tratterebbe, per ora, di un docente e di un collaboratore scolastico, entrambi con certificato verde scaduto. Pare che il collaboratore scolastico avesse eseguito il tampone un'ora prima di prendere servizio e risultasse irregolare per colpa di un ritardo nell'aggiornamento del sistema di verifica. In entrambi i casi, le scuole hanno applicato quanto previsto dalla normativa. Il certificato verde è obbligatorio per il personale docente e non docente e chi non lo ha, non entra a scuola. Il possesso va verificato attraverso un controllo informatico quotidiano sulla piattaforma Istruzione-Salute e la normativa parla chiaro: ogni giorno senza il «lasciapassare» è considerato assenza ingiustificata e a decorrere dal quinto giorno il rapporto di lavoro e lo stipendio sono sospesi.

 

Accesso negato «In quasi tutti gli istituti c'è una persona che può non aver presentato il Green pass per uno o due giorni consecutivi, ma poi si è convinta a fare il tampone», afferma Beatrice Pellegrini, responsabile provinciale di Flc Cgil. «Stiamo parlando di un centinaio di persone su 15mila lavoratori del comparto scuola. Se i primi giorni qualcuno può essersi visto negare l'accesso, adesso quasi tutti stanno accettando di sottoporsi al test antigenico per rimanere in servizio».

 

Una minima parte Stando al report settimanale del governo, in Veneto, tra insegnanti, bidelli e personale tecnico e amministrativo, quelli che ancora non hanno prenotato l'appuntamento per il vaccino sono molto pochi: il 3,7% del totale. Anche a detta dei presidi, ai quali compete l'emanazione dei decreti di sospensione dei dipendenti non in regola, la maggioranza di queste persone ricorre al tampone ogni 48 ore per verificare la negatività al Covid e così ottenere il Green pass necessario per continuare a lavorare. «In massima parte si tratta di persone che hanno qualche timore a farsi vaccinare a causa delle loro condizioni di salute o che hanno fatto un po' di confusione a livello documentale, presentando un certificato di esenzione firmato dal medico curante e non dal medico vaccinatore. Per questo anche i casi di sospensione sono limitatissimi», dice Maria Grazia Papuzzo, segretaria di Uil Scuola.

 

Anche l’aspettativa Ma c'è anche chi non ne vuol sapere e, potendoselo permettere, ha chiesto un periodo di aspettativa o rinunciato a una supplenza annuale. La Gilda degli insegnanti stima che nel veronese siano circa 200 le rinunce legate all'obbligo del Green pass. Antonella Gulotta, referente sindacale, mostra il messaggio di una di questi docenti: «Ho fatto il tampone rapido ma ho avuto problemi alle narici e il pensiero di doverlo rifare ogni due giorni mi ha creato ansia. Sarei stata disposta a pagarli di persona, ma l'incertezza della situazione mi ha portata a rinunciare. Mi sembra che in nessun altro Paese europeo la scuola sia stata sottoposta a tali controlli». Ma per le altre sigle si tratta soprattutto di rinunce di docenti che hanno ottenuto altri incarichi o sono stati assegnati a sedi lontane da casa.

Laura Perina

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