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Plebiscito per Zaia: vince con il 76 % Alla sua lista il triplo dei voti della Lega

Il governatore Luca Zaia commenta il risultato elettorale: è stato votato da tre veneti su quattro
Il governatore Luca Zaia commenta il risultato elettorale: è stato votato da tre veneti su quattro
Il governatore Luca Zaia commenta il risultato elettorale: è stato votato da tre veneti su quattro
Il governatore Luca Zaia commenta il risultato elettorale: è stato votato da tre veneti su quattro

Ha sfondato la soglia del 76 per cento, con un’affluenza alle urne del 67,5 per cento, segnando il miglior risultato nella storia delle regionali da quando cinquant’anni fa fu istituito in Italia l’ente Regione. Con la sua civica ha raccolto tre volte i voti della Lega - il suo partito - e Fratelli d’Italia da cui ci si aspettava un boom a scapito di una Forza Italia che a malapena ha superato la soglia di sbarramento del 3, ha un quinto dei suoi voti. EXPLOIT Il presidente uscente Luca Zaia, trevigiano, ha stravinto conquistando il suo terzo - e ultimo - mandato alla guida del Veneto e 39 consiglieri su 51. E il primo dato, la sua lista «Zaia presidente» al 45 per cento con la Lega al 16, anticipa già che nemmeno il Carroccio avrà vita facile. Trema Matteo Salvini che ha subito messo le mani avanti sottolineando che Lega e lista Zaia insieme fanno il 60 per cento. E se la sovraesposizione mediatica, proprio per i duri mesi nei quali Zaia ha affrontato la pandemia, presagiva già a una netta vittoria del presidente, il dato degno di nota è quello delle proporzioni. A farne le spese non è stato solo il Pd con il centrosinistra, quasi annientato con un pallido 16 per cento per il candidato Arturo Lorenzoni. Ma anche la Lega, appunto, il cui rapporto dei voti Lega-Zaia è di uno a tre. E ancora, stando ai primi dati (con oltre la metà delle sezioni scrutinate a notte fonda) tre veneti su quattro hanno votato Zaia. Record che riusciva al Veneto degli anni Settanta e Ottanta della Dc. E qualcuno evidenzia proprio la capacità di sintesi di Zaia tra Carroccio e Balena bianca. Altro dato, con la sua lista civica, la Lega e la Veneta Autonomia (la lista di amministratori comunali) Zaia potrebbe governare anche senza l’appoggio di FdI e FI. ANNIENTATI La cavalcata del presidente dal 2010 non ha trovato ostacoli: 60 per cento al primo mandato; 50 nel 2015; oltre il 75 nel 2020. E con gli avversari del Pd e del centrosinistra sempre più lontani: nel 2015 Alessandra Moretti raggiunse il 23 per cento. Stavolta il professore padovano Lorenzoni, civico, al quale anche il coronavirus ha messo i bastoni tra le ruote (ammalatosi ha concluso la campagna elettorale in isolamento domiciliare), si è fermato ancora prima con l’unica dotazione di voti del Pd: la sua lista Il Veneto che Vogliamo a malapena si assesta al 2 per cento, ancor meno Europa Verde e a dir poco nulle +Veneto in Europa e Sanca Autonomia allo «zero virgola». «La sfida era difficile già ai nastri di partenza ma è diventata una sconfitta netta, oltre ogni previsione», commenta facendo i complimenti a Zaia: «Ha costruito un consenso fortissimo, personale. Ne prendiamo atto. Quanto a noi, abbiamo fatto una campagna elettorale fatta in quarantena e conclusa in reclusione totale. Abbiamo lavorato in condizioni che credo fossero davvero nuove in assoluto». FDI E M5S BOOM MANCATI Ancora più lontani Enrico Cappelletti del Movimento 5 stelle, poco più del 3 per cento (soglia d’ingresso al consiglio nel quale nel 2015 il M5S entrò con cinque consiglieri e il 10,4 per cento di voti), e annientata Italia Viva di Matteo Renzi, con Patrizia Sbrollini, l’ultima delle liste allo «zero virgola». Pure sotto l’uno per cento Paolo Girotto, Movimento 3V libertà di scelta, che però - pur non presentandosi a Verona e a Belluno - è il primo partito dei sotto l’uno per cento. Prima di Antonio Guadagnini con il Partito dei veneti; di Paolo Bevegnù di Solidarietà ambiente lavoro; di Simonetta Rubinato; e di Patrizia Bertelle, di Veneto ecologia solidarietà. L’exploit di Zaia ridimensiona anche le aspettative di Fratelli d’Italia: il partito di Giorgia Meloni si attendeva un boom, ma non arriverà al risultato a due cifre in Veneto (lo ha ben superato invece a Verona). In coda alla coalizione c’è Forza Italia. IL RAPPORTO CON SALVINI Ma ora il risultato potrebbe cambiare i rapporti di forza tra la Lega di Salvini e Zaia. «Ho la fortuna di giocare in una squadra che ha i campioni più importanti del centrodestra», usa una metafora calcistica il segretario veneto della Lega, il veronese Lorenzo Fontana, per stemperare, «e quando sei in una squadra di questo tipo, come avviene con la Juve, occorre fare in modo che i grandi campioni possano giocare assieme per vincere le partite. Spero ci sia prima o poi anche la partita delle politiche, dove il contributo di Zaia sarà fondamentale. Salvini e Zaia possono attirare le simpatie di persone diverse, e una classe dirigente così forte e varia è un valore aggiunto». «Matteo Salvini ? Sì, l’ho sentito. Si è congratulato, certo», ha risposto Zaia. E ai cronisti ipotizzavano nuovi rapporti di forza: «Per me assolutamente no». «Credo che Zaia sia uno dei governatori più amati, non solo d’Italia, ma d’Europa. Il suo risultato è solo un motivo di orgoglio e di soddisfazione. Non temo la competizione interna», ha replicato, invece, Salvini dalla sede del Carroccio di via Bellerio a Milano. «Temo quella con il Pd, perché il Movimento 5 Stelle non esiste più». •

Maria Vittoria Adami

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