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A processo per maltrattamenti

Picchia la figlia e la moglie: «Non sei stata capace di darmi un figlio maschio»

A processo per maltrattamenti
Il tribunale di Verona
Il tribunale di Verona
Il tribunale di Verona
Il tribunale di Verona

«Non sei nemmeno riuscita a darmi un figlio maschio». Era una frase che ripeteva spesso alla moglie il quarantaduenne indiano, che ieri è stato rinviato a giudizio dal giudice Marzio Bruno Guidorizzi per maltrattamenti in famiglia. Quelle parole e quegli atteggiamenti violenti, secondo le ricostruzioni della Procura, non li riservava solamente alla moglie, ma anche alla loro figlioletta, di soli quattro anni.

Dentro le mura della loro casa, in un paese dell'Est Veronese, l'uomo era solito tenere spesso comportamenti fisicamente e psicologicamente violenti contro entrambe, soprattutto le sere in cui rientrava a casa dopo aver alzato un po' troppo il gomito.

Secondo le accuse, le picchiava spesso e senza alcuna motivazione, se non per il fatto di essere donne. Talvolta arrivava perfino a minacciarle di morte con dei coltelli da cucina. Il quarantaduenne non riusciva ad accettare di non essere riuscito ad avere un figlio maschio e di questo incolpava la moglie.

Non voleva che la donna uscisse di casa e, per evitare che ciò accadesse, la chiudeva all'interno e le sottraeva il cellulare per impedire che lei chiedesse aiuto a qualcuno. In alcune occasioni la donna, spaventata e timorosa di dover subire altre violenze, è stata costretta a chiedere aiuto e ospitalità ai vicini di casa, o addirittura a trascorrere alcune notti all'addiaccio, piuttosto che tornare sotto lo stesso tetto del marito.

Una situazione che sembrava non avere fine: i maltrattamenti infatti, sempre secondo le ricostruzioni degli inquirenti, sarebbero durati dal 2011 al marzo del 2016. Di tutto questo il quarantaduenne dovrà ora rispondere davanti al tribunale monocratico.

Manuela Trevisani

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