La svolta arriverà. Ma ci vorranno alcuni anni per toccare con mano i risultati. Per le migliaia di pendolari dei treni regionali, di cui L’Arena ha raccontato le disavventure quotidiane nell’inchiesta pubblicata domenica, fra i ritardi cronici dei convogli, le cancellazioni improvvise, e il sovraffollamento, la Regione ha una notizia buona e una cattiva. La buona è «il grande lavoro che stiamo portando avanti per risolvere una situazione ad oggi definibile senza dubbio drammatica», assicura l’assessore regionale Elisa De Berti (Infrastrutture e Trasporti). LA NOTIZIA cattiva è che questo «grande lavoro», proprio in quanto tale, è destinato a durare piuttosto a lungo, nella misura di almeno due o tre anni, poiché si andrà a rimodernare innanzitutto la rete ferroviaria e poi, in seconda battuta, si procederà all’acquisto di treni spaziosi e confortevoli, mandando in pensione i vecchi «carri bestiame» attualmente in uso anche su tratte molto affollate da lavoratori e studenti. L’ASSESSOREricorda che, lo scorso gennaio, la Regione ha firmato un contratto con Trenitalia che, tra le altre cose, prevede manutenzioni straordinarie sulla rete e l’acquisto di 38 nuovi treni, da spalmare sui percorsi più battuti. Per questo, c’è a disposizione un finanziamento governativo di 24 milioni di euro da parte del Fsc (Fondo per lo sviluppo e la coesione, già Fas). I miglioramenti, però, inizieranno a manifestarsi solo dopo il 2020. Perché, a quella data, dovrebbero essere ultimati i cantieri per il rinnovo delle linee ferroviarie. Che, c’è da immaginarselo, nel frattempo creeranno ulteriori disagi. Lo annuncia De Berti: «Gli interventi più significativi riguarderanno le linee Verona-Rovigo, Rovigo-Chioggia e l’Adria-Mestre. Per quanto riguarda la prima, sulla quale i pendolari sollevano da tempo molte critiche, completeremo la sua elettrificazione, che in realtà è già parzialmente installata. Manca solo il tratto fra Cerea e Isola della Scala, che puntiamo a finire entro il 2020. Purtroppo», fa presente, «non è automatico riuscire a intervenire su tratti ferroviari gestiti da Sistemi Territoriali». «PIÙ SEMPLICE sarà migliorare la Adria-Mestre, che è gestita direttamente dalla Regione», aggiunge l’assessore. «Anche in tal caso, l’elettrificazione sarà portata a termine entro il 2020. Dopodiché potremo finalmente dotarci di moderni elettrotreni». E intanto, per velocizzare i convogli-lumaca? «Una delle principali cause della lentezza dei treni regionali è la grande quantità di passaggi a livello», risponde De Berti. «Nell’intero Veneto se ne contano trecento, ma la metà è concentrata proprio sulla Verona-Rovigo, Rovigo-Chioggia e Adria-Mestre. Anche su questo punto stiamo lavorando per trovare soluzioni che ci consentano di eliminarne una parte». Infine, il sovraffollamento. E qui, l’assessore si dimostra meno accomodante. «I treni regionali hanno le tariffe di gran lunga più competitive del sistema di trasporto ferroviario. È chiaro che negli orari di punta i convogli si presentano strapieni, mentre magari sono sgombri venti minuti prima o dopo la famigerata “ora X”. Se il sovraffollamento è la regola, ogni giorno e a qualsiasi ora, interverremo. Non, però, se si tratta di un problema una tantum, risolvibile modificando le proprie abitudini». • © RIPRODUZIONE RISERVATA