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VERONESE ARRESTATO

Pedopornografia,
trentenne tradito
dal «nickname»

Indagine della polizia postale
Indagine della polizia postale
Indagine della polizia postale
Indagine della polizia postale

Giovedì mattina l'accesso della polizia postale in casa di un trentenne che con i genitori vive nell'hinterland veronese. L'input era arrivato da Torino e la polizia piemontese ieri ha individuato una cinquantina di persone facenti parte di una community pedopornografica che attraverso la rete, e una particolare applicazione, scambiava foto e video di minorenni in inequivocabili atteggiamenti a luci rosse. Abusati da adulti piuttosto che fotografati in pose pornografiche, e tre di loro, residenti nel Nordest sono stati arrestati nel corso del blitz scattato in 15 regioni.

 

Giovedì invece gli agenti si erano recati a casa di P.C., trent'anni e avevano chiesto di visionare i computer che aveva in uso. L'uomo, stando a quanto emerso, utilizzava un nickname per lo scambio di materiale pedopornografico, quel nome in codice era associato ad una linea telefonica intestata a una famiglia, ovvero ai suoi genitori. Era stato «isolato» in quello che viene definito «pedinamento virtuale»: era in contatto con gli altri cibernauti che scambiano (e uno di loro produceva video in proprio utilizzando alcune bimbe figlie di amici) materiale pornografico con soggetti minori di 14 anni. È stato lui stesso a consegnare i pc e un disco esterno, quello che conteneva oltre 4.000 tra foto e video hard che coinvolgono minori ripresi mentre fanno pratiche sessuali tra loro e con adulti. Una raccolta pare iniziata anni fa.

 

Una volta in ufficio la polizia postale ha iniziato ad analizzare i dispositivi e dopo alcune ore la relazione inviata in Procura ha indotto il pm Stefano Aresu a disporre l'arresto e la traduzione di P.C. in carcere, in attesa della convalida che si è svolta ieri mattina davanti al gip Luciano Gorra. Il giudice ha ritenuto sufficienti gli elementi raccolti sia per convalidare l'arresto sia per mantenere la misura della custodia cautelare in carcere.

F.M.

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