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Respinti oltre il 31%, la media nazionale è 22

Patente, a Verona
il più alto tasso
di bocciati all'esame

Respinti oltre il 31%, la media nazionale è 22
Una prova scritta per gli esami di scuola guida
Una prova scritta per gli esami di scuola guida
Una prova scritta per gli esami di scuola guida
Una prova scritta per gli esami di scuola guida

Verona è la provincia italiana col più alto tasso di respinti all'esame per conseguire la patente di tutte le categorie, dalla licenza per guidare il motorino in avanti. Su 34.293 prove di teoria e pratica effettuate nel 2018, il totale dei bocciati supera il 31%. Nel settentrione la media è del 24%, in tutto il Paese scende al 22.

 

Le cifre sono ufficiali, pubblicate nei giorni scorsi dal ministero dei Trasporti. Focalizzandosi sulla patente più comune, ossia la B (auto), i veronesi giudicati non idonei dopo l'esame teorico sono il 37%, mentre tre su dieci vengono rimandati alla guida. Non è al vertice, ma anche in questo caso la nostra è nella «top 10» delle province da bollino nero. Il fenomeno andrebbe analizzato sotto diversi aspetti. Su L'Arena di ieri il dirigente ad interim della Motorizzazione civile di Verona, Francesco Baraldi, ha puntato il dito contro alcune autoscuole che non preparerebbero come si deve i propri aspiranti. Uno dei motivi è far cassa con le ore di guida aggiuntive in caso di bocciatura al primo tentativo? Qualche opacità deve esistere, come dimostra l'arresto, a dicembre, di un funzionario della Motorizzazione e del titolare di alcune autoscuole della Bassa (oggi scarcerati) accusati di aver architettato un meccanismo con cui si otteneva la patente senza troppe difficoltà in cambio di denaro.

 

«Su questo punto non posso che dar ragione al dirigente», commenta Nicola Adami, presidente provinciale di Confarca, la confederazione delle autoscuole. Ma sulla quota elevata di bocciati, precisa, «non è demerito solo delle autoscuole, sebbene alcune, che dovrebbero chiudere perché incompetenti, rimangono in piedi solo applicando tariffe bassissime». Da un lato, spiega, c'è la questione economica per cui diverse famiglie, che mediamente spendono 5-600 euro per far prendere la patente ai figli, tirano indietro sul numero di guide (l'autoscuola deve certificare sei ore di lezione pratica ai fini dell'esame). Un problema parzialmente superato «con l'attribuzione, da maggio, di un numero di sedute d'esame che copre al 90% le necessità delle autoscuole». Dall'altro, c'è «l'altissimo standard richiesto da alcuni esaminatori».

 

A Verona ne sono attivi una ventina. «Taluni sono impreparati», dice Adami. «Giudicano in maniera non competente, perché non sono mai stati insegnanti. Non considerano gli aspetti psicologici di un esame in cui qualche errore che non compromette la sicurezza stradale può essere dettato dall'emotività, anziché dalla scarsa preparazione». Adami interviene anche sulle polemiche sorte in merito alle lungaggini burocratiche negli uffici di via Apollo. «Non so quali autoscuole si siano fatte portavoce di un malcontento dell'operato dell'attuale direttore della Motorizzazione. Di sicuro non la Confarca. Alcuni cambiamenti messi in atto hanno creato problemi, però risolvibili. L'intera struttura, non solo quella veronese, soffre per carenza di personale, ma con l'avvento dei sistemi telematici molti lavori sono svolti dagli operatori professionali e non c'è bisogno di andare agli sportelli: gli errori si correggono via mail». • 

L.PER.

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