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La situazione in Veneto

«Ingiuste eventuali restrizioni per chi si è vaccinato. L'83% dei ricoverati gravi non l'ha fatto»

Terza dose agli operatori sanitari
Terza dose agli operatori sanitari
Terza dose agli operatori sanitari
Terza dose agli operatori sanitari

Sono 224.380 i veneti ad aver ricevuto la terza dose di vaccino anti-Covid, pari al 4,6 per cento dell’intera popolazione. La parte del leone dovrebbero farla gli operatori sanitari ma - esclusi i 837 «ribelli» che non hanno mai voluto immunizzarsi, ora sospesi dal lavoro - anche per gli altri l’adesione procede lentamente: uno su tre ha ricevuto il booster, troppo poco rispetto all’urgenza imposta dalla risalita dei contagi.

Secondo il presidente Zaia «entreremo nel vivo del terzo round in questi giorni, esattamente 6 mesi dopo quello che è stato il picco dei richiami vaccinali qui in Veneto, tra aprile e maggio scorsi». Ma medici e infermieri, avendo iniziato per primi la profilassi il 27 dicembre del 2020, sono ben oltre il limite del semestre fissato per il «rinforzo».

Su 60mila dipendenti del servizio sanitario regionale, solo 24mila l’hanno fatto: uno su tre, esattamente «24.030 su 61.201», ha precisato l’assessore alla Sanità del Veneto Manuela Lanzarin. Verona segue la media, con risultati leggermente più alti: tra i dipendenti dell’Ulss 9 Scaligera, che conta ben 7.307 lavoratori, «poco più di 1 su tre ha fatto il booster», spiegano dalla sede di Valverde, «rapporto che scende a 1 su 5 rispetto ai 790 medici di medicina generale e pediatri di libera scelta».

Meglio invece il bilancio dell’Azienda Ospedaliera Università Integrata: «Su 5mila dipendenti», conferma il direttore generale Marco Callisto Bravi, «in 3.600 si sono messi in sicurezza con la terza somministrazione. I sospesi che non hanno ottemperato all’obbligo sono 11, ai quali si aggiungono 17 assenti ingiustificati». 

Sono quindi proprio i sanitari, che hanno raggiunto percentuali altissime di adesione nella prima campagna vaccinale sfiorando l’en plein, a prendersela oggi con calma rispetto al booster spinti forse dal fatto che il Green pass ha validità un anno. Ma non è il «certificato», nel loro caso, a dettare legge, piuttosto dovrebbe essere l’aumento dei contagi e dei ricoveri a spingerli a muoversi.

 

In Veneto il 2% dei pazienti infetti finisce in ospedale (Fonte elaborazione Agenas su dati aggiornati all'altra sera)
In Veneto il 2% dei pazienti infetti finisce in ospedale (Fonte elaborazione Agenas su dati aggiornati all'altra sera)

 

La Regione, intanto, ha aggiornato il Piano di sanità pubblica ribadendo «l’importanza di completare tempestivamente la somministrazione della dose addizionale/booster del personale in servizio presso le Aziende». Oltre quindi a confermare la corsia preferenziale per la terza iniezione ai sanitari (oltre che ai cittadini fragili di ogni età, a tutti gli over 60 e, da dicembre, anche agli ultra 40enni), nel contempo ha dato disposizioni per rafforzare gli screening: per gli operatori sanitari, compresi medici di base e pediatri oltre ai medici di continuità assistenziale, è previsto un test ogni 10 giorni se vaccinati; per i dipendenti non sanitari, ma sempre vaccinati, ogni 20; per i sanitari senza profilassi il tampone va eseguito ogni 48 ore a proprie spese; per il personale che non svolge assistenza diretta al paziente (direzione sanitaria, direzione distretti) le direzioni generali possono valutare di effettuarlo anche ogni 20 giorni. Infine, per gli operatori per i quali è in corso l’iter di valutazione per la sospensione, il test va eseguito ogni 48 ore (sempre a loro spese).

Il virus circola. A fronte tuttavia di un quadro epidemiologico in mutazione, con i veneti positivi che aumentano di giorno in giorno, i contagi di chi lavora negli ospedali non sono elevati: stando al Servizio epidemiologico regionale ad oggi sono «solo» 217. E’ allo studio del Consiglio dei ministri una legge per obbligare le categorie alle quali il primo ciclo è stato già imposto - medici, infermieri, operatori Rsa, personale scolastico - di effettuare anche il booster, pena la sospensione. Non solo. Il ministro della salute Roberto Speranza ha dichiarato anche che sta valutando la riduzione della validità del Green pass da un anno a 9 mesi.

Allarme giallo. Di fronte alla curva pandemica che in Veneto continua a salire preoccupando l’Unità di crisi della Regione, con in testa il presidente Zaia, il modello del lockdown austriaco ai non vaccinati, è un’ipotesi? «A me risulta che neanche Fedriga, il collega del Friuli Venezia Giulia, con i numeri che si ritrova, mutui la soluzione dell’Austria: ha detto che nel momento in cui ci saranno cambiamenti di colore, si riconosca che i vaccinati non devono sottostare a quelle regole».

E ha aggiunto che è urgente una campagna istituzionale di informazione chiara e diretta: «Il Veneto ha raggiunto l’85% tra vaccinati e prenotati. Nelle mie terapie intensive ho 67 persone: l’83% di queste non è immunizzato. Ma per quale motivo abdichiamo al ruolo di informare i cittadini? Ci vuole una campagna governativa importante contro le fake news. Se si parla con un ragazzo di 20 anni, dirà 9 volte su 10 che “non ho fatto l’anti-Covid perchè si diventa sterili“... Cominciamo da lì, da chi ha semplicemente solo tanta paura».

Camilla Ferro

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