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«Assalto» ai test rapidi

Obbligo Green pass e tamponi, boom di prenotazioni e «abbonamenti» nelle farmacie veronesi

Avvicinandosi la data «X» sono esplose le richieste di tamponi rapidi.
Test covid in una farmacia di Verona (Marchiori)
Test covid in una farmacia di Verona (Marchiori)
Test covid in una farmacia di Verona (Marchiori)
Test covid in una farmacia di Verona (Marchiori)

Farmacie prese d’assalto per fare i tamponi. Disponibilità esaurite fino a Novembre. Prenotazioni in overbooking, come si trattasse di andare in vacanza, ma qui la posta in gioco è più alta: se entro venerdì i non-vaccinati non riusciranno a sottoporsi al test (rapido o molecolare) e a certificare quindi la loro negatività al Covid, non avranno il Green pass obbligatorio per lavorare. La loro assenza sarà considerata ingiustificata, con sospensione del pagamento dello stipendio.

La «via di fuga» lasciata a chi è senza profilassi (e non ha l’esenzione rilasciata dal medico di base) è solo una: sottoporsi ogni 48-72 ore, a proprie spese (15 euro), al prelievo nasale che attesti l’assenza del virus. E’ l’unico modo per ottenere il «lasciapassare verde» necessario per legge fino al 31 dicembre, termine dello stato di emergenza. La corsa alle farmacie è quindi la risposta che sta andando in scena in questi giorni in tutta Italia.

Avvicinandosi la data «X» sono esplose le richieste di tamponi rapidi. Chi se li è prenotati per tempo, anche nella formula dei «pacchetti» garantendosi il test due-tre volte a settimana, si è messo al riparo dal pericolo di non potersi presentare al lavoro. Ma gli altri? «Gli altri per forza devono capire che noi stiamo facendo il possibile», spiega Federico Realdon, presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Verona, «mettendo a disposizione un servizio che, per i protocolli esecutivi e le implicazioni di ordine logistico, non è questione di un minuto e via.

Oltre all’esecuzione del prelievo, ci sono i tempi di attesa per la risposta e c’è tutta la parte burocratica, di immissione dei dati, di refertazione e di stampa del certificato. Senza dimenticare che c’è tutto il resto, la vita “ordinaria“ della farmacia. Insomma, davvero, stiamo facendo sforzi enormi per far fronte alle richieste ma più di una cinquantina al giorno, e sono già tantissime, non riusciamo umanamente a fare».

 

 

 

Sono 270 le farmacie veronesi e 1.300 i farmacisti che ci lavorano. «Il contributo dei collaboratori è fondamentale», sottolinea il presidente, «senza di loro non riusciremmo a far fronte a questo fiume di lavoro. Stiamo facendo tanto, come in una catena di montaggio, dipende poi dagli spazi a disposizione e da come ognuno organizza il servizio che deve essere sempre in massima sicurezza, nel rispetto delle norme anti-contagio vigenti: evitare gli assembramenti, un ingresso e un’uscita, uno spazio dedicato all’esecuzione del test, l’attesa all’esterno per la risposta. La capacità ha quindi un limite, comprensibile, oltre al quale scatta il “no“: io è da un paio di giorni che devo mandare via gente. Chi si vede rifiutato deve capire che è un problema enorme anche per noi».

I numeri snocciolati dall’Ordine di categoria non lasciano dubbi. In media si esegue un tampone ogni 7-8 minuti, «i minuti poi si esauriscono in fretta e la disponibilità giornaliera cessa. Arrivare a farne una cinquantina al giorno è tantissimo, significa tamponare a ruota libera, fare solo quello. E’ fondamentale», ripete Realdon, «evitare l’assembramento all’interno della farmacia, per cui c’è chi prenotata i test fissandosi un tetto di 25-30 persone al massimo. Anche perchè, al di là dei tempi tecnici di esecuzione, ci sono quelli di reazione nella saponetta e di procedimenti burocratici: solo quando c’è l’esito negativo, si può stampare il Green pass temporaneo. Alcuni colleghi lo inviano sulla e-mail».

Tutto il giorno così, dalle 8.30 a sera, con la gente in coda fuori dalla porta: «In questi giorni, ripeto, la situazione è peggiorata», ammette il professionista, «ma comunque anche prima eravamo carichi di domande, la richiesta era alta: a farsi tamponare vengono i ragazzi che hanno ripreso le attività sportive, chi ha una riunione di lavoro e chi, per mille altre situazioni, ha bisogno della garanzia della negatività». Infine, la chiosa: «Come ordine stiamo facendo un lavoro egregio anche se, lo ricordo, la prima arma contro il Covid resta il vaccino. I tamponi non sono la risposta».

Federfarma a Verona conta 259 farmacie di cui 169 hanno acconsentito ad eseguire i test rapidi. «Per ora è il 65% delle associate a garantire il servizio», conferma la presidente veronese Elena Vecchioni, «ma la disponibilità è in aumento. Per noi è fondamentale che questo “aiuto“ ai cittadini non vada a creare disagi e carenze alla distribuzione farmaceutica, per cui accettiamo un numero massimo di prenotazioni al giorno, nel rispetto delle linee guida anti-contagio. Siamo consapevoli che si tratta di una emergenza e che l’esplosione delle richieste è legata all’obbligo del Green pass dal 15 ottobre, ma tutto questo va inserito in una serie di altre scadenze imminenti, come l’antinfluenzale, ad esempio. Per la categoria è uno sforzo immane»

 

Camilla Ferro

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