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I dati dei vaccini

Non solo dosi «booster», impennata di prenotazioni anche per le prime dosi

Vampata di prime dosi anticovid. La campagna vaccinale ingrana di nuovo la marcia registrando non solo un picco di richieste di terze iniezioni, ma soprattutto triplicando quelle per il primo vaccino che fino a quindici giorni fa erano ormai pressoché nulle a Verona.
Il risveglio di un ambito della campagna che ormai languiva da tempo è salito alle cronache nazionali in questi giorni, quando si è registrato un aumento del 40 per cento di richieste di primi vaccini. E anche nella nostra provincia il fenomeno non si è fatto attendere.
A metà novembre gli irriducibili convintisi alla vaccinazione erano in media una ventina al giorno. Ieri le prenotazioni erano 327, un record superato solo venerdì scorso con 329. E la media di prenotazioni della prima dose nei prossimi giorni resta ben oltre le 230 (oggi se ne prevedono 238, domani 286). 
La risalita è iniziata il 17 novembre, quando da richieste quasi nulle si è passati a 162 prenotazioni e così via via fino a lunedì scorso quando la soglia ha superato le 200 sfiorando le 300 giovedì e, a parte la parentesi di calo fisiologico di sabato e domenica, da allora le richieste di prima dose sono sempre state sopra le 320. 
Sono dati ben lontani dagli sprint delle prime fasi di vaccinazione, ma arrivano proprio quando si riteneva che ormai lo zoccolo duro dei renitenti non si potesse scalfire più di tanto. Ed è uno zoccolo circoscritto al 15 per cento della popolazione vaccinabile (123mila persone) perché Verona da subito ha risposto bene alla chiamata: oggi 701mila persone (l’85 per cento) hanno almeno una dose e 689mila hanno completato il ciclo (83,4). 
Oggi conferma la risposta anche con la richiesta della terza dose che proprio in queste ore ha segnato un exploit: dalle 2.553 prenotazioni di venerdì alle 4.734 di ieri. 
Oggi ne sono previste 4.650 con una media nei prossimi giorni di 4.500, quasi il doppio della settimana scorsa. A richiedere la dose di rinforzo sono soprattutto i sessantenni e i settantenni già al 15 per cento di somministrazioni (gli ultraottantenni sono al 39,3).
Spicca il dato dei cinquantenni al 5,2 per cento: è una delle coorti che ha faticato a raggiungere quota 80 per cento di copertura. Tutte le altre coorti sono al tre per cento circa, eccetto i più giovani tra 12 e 19 anni per i quali non sono ancora trascorsi i cinque mesi dal richiamo. Questi ultimi sono anche più indietro per copertura: 71,5 per cento con almeno una dose. 
Ne mancano all’appello 20.500. Hanno però aumentato la percentuale di un punto e mezzo in venti giorni. 
Così hanno fatto anche trentenni e quarantenni. Questi ultimi hanno superato nella settimana archiviata l’80 per cento. 
Non ha ancora raggiunto la soglia, la coorte dei trentenni, invece. Per ciascuna di queste fasce d’età sono in media ventimila le persone che non si sono sottoposte alla profilassi. 
Ne mancano quindicimila, invece, tra i ventenni coperti per l’83,3 per cento, la migliore percentuale di vaccinati nella fascia d’età dai 49 anni in giù. 

Maria Vittoria Adami

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