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ERCOLE CONCIA, infettivologo

Nel silenzio generale l'Aids ogni anno causa 70 nuovi malati

Ercole Concia, direttore di Malattie infettive a Borgo Roma
Ercole Concia, direttore di Malattie infettive a Borgo Roma
Ercole Concia, direttore di Malattie infettive a Borgo Roma
Ercole Concia, direttore di Malattie infettive a Borgo Roma

L'esperienza ci insegna (ed è il caso di aggiungere l'avverbio purtroppo) che anche in ambito sanitario ci si alimenta di mode, di argomenti che vengono pompati per giorni e settimane e poi finiscono nel dimenticatoio. È il caso dell'Aids, la malattia bollata negli anni Ottanta come castigo di Dio perchè colpiva soprattutto tossici e omosessuali, che oggi uccide meno, ma continua a dilagare in tutto il mondo. Facciamo il punto con il professor Ercole Concia, direttore di Malattie infettive a Borgo Roma. Professor Concia, perché l'Aids non fa più notizia?Merito, paradossalmente, delle cure, che oggi prospettano tempi di sopravvivenza molto lunghi. Se si comincia la terapia fra i 20-30 anni si può immaginare una sopravvivenza di 50 anni. Si sta andando incontro alla cronicizzazione dell'infezione.Il problema è semmai quello dei costi sociali dell'Aids.È così. La Regione Veneto ha imposto un tetto per la presa in carico complessiva di un soggetto con Aids: 7.000 euro l'anno. Fra esami, ricoveri e farmaci. Considerando che il mio reparto segue un migliaio di pazienti, i conti sono presto fatti. Per quanto il sistema potrà reggere?Non diminuiscono i nuovi casi, oltretutto.Ogni anno sono fra i 50 e i 70. A risultare contagiati dal virus sono soprattutto eterosessuali e omosessuali maschi e quindi le donne, tante donne. Nel 99 per cento dei casi la trasmissione avviene per via sessuale.Questo significa che non vengono prese precauzioni...Si è abbassata la guardia in maniera pericolosa e questo è il risultato. Bisogna tornare a parlare di Aids e fare educazione sessuale nelle scuole, dalle medie. I ragazzi sono ignoranti, ma sessualmente attivi. E non conoscono i rischi cui vanno incontro con la promiscuità.Per non tacere della trasmissione, sempre per via sessuale, dell'Epatite C...Vale lo stesso discorso dell'Aids:molti non sanno di aver contratto il virus e di conseguenza non adottano contromisure al contagio. E infettano la compagna o il compagno.Anche il suo reparto da qualche mese distribuisce il Sofosbuvir, il costosissimo farmaco che eradica il virus dell'Epatite C.Non solo il Sofosbuvir, anche altri nuovi farmaci si stanno dimostrando efficaci. Ma soprattutto non provocano effetti collaterali, a differenza di quanto avveniva con l'interferone. Il problema, adesso, è di budget: l'Azienda ospedaliera universitaria ha stanziato 22 milioni per l'acquisto di questi farmaci.Le cure inevitabilmente non potranno essere erogate a tutti e il pm Guariniello ha aperto un'inchiesta.Sì prospetta il reato di omicidio colposo. Se ci sono dei dubbi, è doveroso che la magistratura indaghi.Ha fatto scalpore, nei giorni scorsi una ricerca dell'Università Tor Vergata secondo cui tatuaggi e piercing provocano infezioni in un ragazzo su quattro.Contesto questi numeri. In letteratura non ho mai letto di un caso di Aids legato a tatuaggi o piercing. Quanto all'Epatite, in tanti anni a Verona abbiamo visto solo due contagi di natura professionale. Vero è che la scarsa igiene può provocare infezioni cutanee, che in teoria non dovrebbero esserci, ma che sono facilmente curabili.

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