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TRAGEDIA IN SUDAMERICA

Nel dirupo con l’auto
Muore in Bolivia
architetto veronese

Enzo Agnelli, il secondo da sinistra
Enzo Agnelli, il secondo da sinistra
Enzo Agnelli, il secondo da sinistra
Enzo Agnelli, il secondo da sinistra

Sarebbe rimasto in Bolivia un mese per fare volontariato, come molte altre volte prima di questa. Ma Enzo Agnelli, architetto settantenne residente al Saval, non avrà modo di ultimare i progetti solidali che, con tanto entusiasmo, coordinava per conto degli Amici della Bolivia, l’associazione presieduta da don Renzo Zocca.

 

Martedì, mentre guidava su una tortuosa e ripida stradina per raggiungere il villaggio di Chivimarca, a oltre 3.500 metri di quota nel distretto di Cochabamba, Agnelli è rimasto vittima di un grave incidente. Lascia la moglie e una figlia trentenne. Insieme a lui è morta anche una missionaria di origine trentina, suor Celestina Brigadoi delle Sorelle della Provvidenza, che sedeva dal lato del passeggero. La dinamica dell’incidente è ancora da chiarire ma, stando alla prima ricostruzione, pare che l’auto di Agnelli si sia incrociata con un camion proveniente dalla direzione opposta e, subito dopo, sia precipitata nel dirupo sottostante a causa del cedimento del ciglio stradale. Il volontario e la suora sarebbero deceduti sul colpo. Salva, invece, la terza persona che si trovava con loro nell’auto: una giovane volontaria.

 

La notizia della tragedia ha raggiunto don Zocca, affranto per la perdita dei «due carissimi amici, persone stupende che hanno fatto tanto per i poveri del Paese andino. Enzo era inoltre una colonna del gruppo scout Verona 16 del Saval». Da tempo Agnelli era coordinatore della onlus Amici della Bolivia, che ha sede al Saval, in via Marin Faliero 97, come l’altra associazione presieduta da don Zocca, l’Ancora. Mettendo a disposizione le sue competenze di architetto, con ripetuti viaggi in Bolivia, nell’arco di oltre vent’anni, aveva contribuito a tradurre in realtà vari progetti, soprattutto scuole e laboratori artigianali dedicati a bambini e ragazzi bisognosi tra Santa Cruz, San Carlos, Vacas e Cochabamba. «Il suo soggiorno più lungo risale a una decina di anni fa, quando era rimasto a Chivimarca dieci mesi per ristrutturare un collegio a quasi quattromila metri di quota», ricorda don Zocca.

 

Quel convitto è tuttora gestito dalle Sorelle della Provvidenza, di cui faceva parte l’altra vittima, suor Celestina Brigadoi. L’alta mortalità infantile, la denutrizione e l’assenza di istruzione erano i problemi maggiori a Chivimarca. Come riporta il sito degli Amici della Bolivia: «Le suore si sono impegnate con lo Stato boliviano per organizzare corsi di vario grado, ma c’era un problema. L’inesistenza del trasporto pubblico impediva a molti bambini, distanti tre-quattro ore di cammino dalla scuola, di frequentare le lezioni. Si è pensato quindi di costruire un convitto dove gli alunni potessero dormire e mangiare. Oggi vengono accolti 55 ragazzi e 65 ragazze».

 

La onlus di don Zocca, in più di vent’anni di attività, ha inviato nelle missioni in Bolivia mezzo migliaio di volontari. Si viene adeguatamente preparati con un corso, poi si parte al seguito dei «veterani», com’era Agnelli.

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