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VERONA TESSILE

Museo del ricamo
Don Mazza: coperta
delle Clarisse

Coperta Boutis (Cerpelloni)

La misteriosa «coperta» delle Clarisse al Museo del ricamo don Mazza. Fino a domenica sarà esposta nell’ambito dell’apertura delle sale in occasione della rassegna «Verona Tessile», quale partner dell’associazione Ad Majora, con gioielli filati nella Verona austriaca dell’Ottocento. La preziosa coperta è visibile in tutta la sua ampiezza di 260 centimetri per lato e sarà possibile «toccarla con mano». La trapunta in boutis è stata ritrovata in un baule delle Sorelle Povere di Santa Chiara nel Convento di Santa Elisabetta, monache di clausura, in via Provolo. Affidata a Gaetano Zanotto, coordinatore del Gruppo Giovani di Povegliano veronese, l’interesse per la coperta in boutis si estende e appassiona gli esperti del settore sino a raggiungere la Francia. Nei giorni di esposizione al Museo del ricamo don Mazza (via Nicola Mazza, 14) è presente Paola Frattaroli, tra i massimi studiosi nella lettura floreale e simbolica dei tessuti e illustrerà i decori della trapunta e le sue strutture compositive.

 

Tra i misteri della coperta, che recenti studi hanno datato al primo Settecento, c’è la raffigurazione di alcuni pappagalli dalle influenze extra europee. Con molta probabilità è stata pensata per un utilizzo di mezza stagione e una conferma può venire dall’impiego del cotone. Quasi certamente si tratta di un pezzo di un corredo nuziale. Le porte aperte del Museo del ricamo don Mazza sono occasione per scoprire questa perla nel cuore del quartiere di Veronetta. A guidare la visita nella sala storica del Museo sono Teresa Zaja, presidente dell’associazione Punti d’Incontro, e Gabriella Gallio, ultima maestra cooperatrice dell’antica scuola di ricamo. Nelle vetrine sono custoditi i capolavori dell’Ottocento con le violette dell’imperatrice d’Austria Elisabetta di Baviera, Sissi, che venne in visita nell’inverno del 1856. Nel Museo si trovano anche i cartoni del Paramento in quarto conservato in Vaticano: il piviale regalato dall’imperatore Ferdinando I d’Asburgo a papa Pio IX. In seta, oro e argento sono raffigurati episodi dell’Antico e Nuovo Testamento. Su una parete sono esposti due attestati di merito dell’Esposizione universale dei prodotti dell’agricoltura, dell’industria e delle belle arti di Parigi del 1855 firmati da Luigi Napoleone Bonaparte (Napoleone III). Informazioni via e-mail: teresazaja@gmail.com.

Marco Cerpelloni

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