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Il caso

Morfina al neonato,
sequestrate cartelle
di altri bambini

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La polizia all'ospedale di Borgo Roma
La polizia all'ospedale di Borgo Roma
La polizia all'ospedale di Borgo Roma
La polizia all'ospedale di Borgo Roma

Una consulenza medica sull’utilizzo della morfina e sulle conseguenze immediate e successive per il neonato a cui è stata somministrata, la notte tra il 19 e il 20 marzo scorso. E poi approfondimenti sulle cartelle cliniche di altri bimbi che sono stati ricoverati nel reparto di Pediatria neonatale dell’ospedale di Borgo Roma, già acquisite dagli inquirenti.

Sono questi i nuovi accertamenti disposti venerdì dalla procura per far luce sul caso, che in agosto ha visto finire in manette un’infermiera di 43 anni accusata di lesioni gravissime e cessione di sostanze stupefacenti. Secondo gli inquirenti, sarebbe stata lei a somministrare la morfina al piccolo, da lei stesso definito «rognoso».

 

Il pm Vitulli vuole capire se anche altri neonati possano aver subito lo stesso trattamento. Nelle scorse settimane sono state acquisite le cartelle cliniche di alcuni bambini che erano stati ricoverati nei mesi scorsi nel reparto di Pediatria neonatale: l’obiettivo è verificare se vi siano stati altri «assopimenti» sospetti durante i turni dell’infermiera (che inizialmente era stata incarcerata) e chiarire quali potrebbero essere state le cause.

Manuela Trevisani

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