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L’episodio nei pressi di Ponte Florio

Montorio, pitbull ferisce un cane e il suo padrone. Sparita la proprietaria del molosso

Denuncia ai carabinieri e sui social
Cani Un esemplare di pitbull al guinzaglio
Cani Un esemplare di pitbull al guinzaglio
Cani Un esemplare di pitbull al guinzaglio
Cani Un esemplare di pitbull al guinzaglio

Il copione si ripete. Una coppia, marito e moglie, a spasso con il cagnolino in via Castel di Montorio a Ponte Florio. Incrociano una ragazza bionda, con un pitbull fulvo, privo di museruola. Il molossoide riesce a liberarsi dal guinzaglio e si avventa sul «piccolo», azzannandolo ripetutamente. Il padrone di quest’ultimo cerca di intervenire ma finisce malamente ferito ad entrambe le mani.

 

Risolve la situazione un contadino, al lavoro in un campo vicino, il quale interviene e, con l’argomento convincente di un bastone, mette in fuga il pitbull. La bestiola aggredita, malconcia, è affidata al veterinario. Il proprietario viene curato all’ospedale di Borgo Trento. Poche ore dopo, nella caserma di via Salvo D’Acquisto, viene presentata denuncia.

 

La vicenda fa il giro dei social, veicolata con indignazione da Giovanni M. (nome di fantasia) sul gruppo Facebook «Valpantena più sicura» e su quello locale di Montorio. Della ragazza bionda, dall’accento dell’Est e vestita «casual», nulla si sa: subito dopo il fatto si è dileguata senza lasciare tracce. Le segnalazioni si moltiplicano, come sempre accade sui canali di comunicazione di gitale da «prendere con le molle»: c’è chi l’avrebbe notata spesso nella zona di Borgo Venezia, attribuendole anche altri episodi simili. Non sarà facile arrivare all’inviduazione della conduttrice del pitbull ma la denuncia fissa comunque un «paletto».

 

«Il fatto in sé è già gravissimo, risoltosi in questo caso per pura fortuna grazie all’intervento di un contadino. Ma lo è ancora di più se si consideri come in quella zona si trovi anche un asilo nido. Non credo serva aggiungere altro...», commenta Giovanni M. Fenomeno. «Casi del genere non sono infrequenti, anzi purtroppo sembrano aumentare», commenta delusa Laura Bocchi, consigliere con delega al Benessere degli animali. E ufficiosamente anche dalle forze dell’ordine filtra la medesima impressione. Il rimedio non è semplice. Da due anni il regolamento comunale obbliga i proprietari di cani riconosciuti come «morsicatori» al conseguimento di un patentino per la conduzione. Ciò avviene però non in base alla stazza o razza ma a quelli che, per gli umani, sono definiti «precedenti».

 

«Stiamo cercando una via d’uscita da un problema che si ripropone, prova ne sia il numero di animali sottratti alla proprietà e ospitati al Canile comunale», spiega Laura Bocchi. Tra le possibili soluzioni c’è l’estensione dell’obbligo di frequenza dei corsi al padrone accompagnato però dal proprio cane: in precedenza l’attenzione era concentrata sul solo elemento umano. «Un criterio non provante per valutare l’elemento davvero fondamentale: il rapporto tra i due».

 

Il dibattito sulle «razze pericolose» è annoso. «Per ora è solo un’ipotesi ma potrebbe rendersi necessaria l’obbligatorietà di certificazione per cani di una certa taglia o temperamento», ammette Bocchi. «C’è la falsa convinzione secondo cui basti “volere bene“ per averne il controllo completo. In realtà servono la comprensione dell’etologia, del carattere e della reattività. Dell’umano e dell’animale. Una Ferrari non si può guidare come una “500“...».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Paolo Mozzo

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