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Colpo di Castelvecchio

Missione a Kiev
per riportare
le opere a casa

Il presidente ucraino Poroshenko con le opere rubate a Verona
Il presidente ucraino Poroshenko con le opere rubate a Verona
Il presidente ucraino Poroshenko con le opere rubate a Verona
Il presidente ucraino Poroshenko con le opere rubate a Verona

Oggi non è un giorno qualunque. Oggi si pone il primo tassello per il viaggio verso casa delle tele rubate a Castelvecchio. E la prima cosa da fare è verificare che quelle tele siano veramente i capolavori sottratti la notte del 19 novembre dello scorso anno dalla sede museale veronese. E se è così, come dovrebbe essere, saranno trasportati in Italia. Il loro arrivo salvo imprevisti è per fine mese. E quel giorno ad accogliere i quadri a Castelvecchio dovrebbe esserci anche il ministro ai Beni culturali Dario Franceschini, salvo che per ragioni diverse non si decida di trattenere i quadri a Roma.

Il pubblico ministero che coordina le indagini ha nominato due esperti per stabilire se quei quadri ritrovati nella boscaglia ucraina con tanto di telecamere al seguito, siano proprio le nostre tele. Un atto dovuto. Gennaro Ottaviano ha nominato Paola Marini, ora direttore delle Gallerie dell’Accademia a Venezia ma la notte della rapina ancora alla guida dei Musei civici di Verona, ed Ettore Napione, curatore e responsabile a Castelvecchio, come periti per controllare l'autenticità dei dipinti che in questo momento si trovano a Kiev. I due esperti devono verificarne la conservazione considerato che alcuni di essi stavano in teche a temperatura costante di 20 gradi e di sbalzi termici da novembre a oggi ne hanno subiti parecchi. Il «Ritratto di bambino con il disegno», di Giovanni Caroto, che è su tavola, già sembrava imbarcato nelle riprese effettuate durante il ritrovamento.

Oltre a eseguire la perizia, i due tecnici dovrebbero incontrare autorità locali per celebrare la collaborazione tra Ucraina e Italia. «Sono così felice di questo incarico», dice Marini, «credo di conoscere quei quadri meglio di chiunque altro e sono emozionata all’idea di andare a fare la perizia. Hanno subito molti spostamenti, anche in situazioni critiche, sono curiosa e anche preoccupata per le condizioni in cui possiamo trovarli, ma pure fiduciosa», dice Marini. «Non potrò dimenticare la sofferenza di quella sera del 19 novembre. Per mesi mi è sembrato di vivere in un incubo, adesso c’è la gioia del ritrovamento e la curiosità di rivedere le tele».

La giornata di oggi è dedicata al viaggio, poi domani finalmente i nostri esperti verranno portati nelle sale in cui sono custodite le tele.

Resta da decidere la destinazione delle opere, che potrebbero essere affidate in custodia allo stesso museo di Castelvecchio se il giudice ritenesse che vi siano sufficienti misure di sicurezza. Non è escluso che le opere meno danneggiate possano essere già esposte in attesa del restauro, ammesso che il loro stato lo consenta. Sarebbe un’operazione di marketing a vantaggio del museo.A.V.

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