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«VERSO IL 21 MARZO».

Memoria e cultura, la «ricetta» anti mafia

Dai film a tema al convegno con i protagonisti della lotta quotidiana alla criminalità organizzata
La locandina del film di Pif che sarà proiettato in Gran Guardia
La locandina del film di Pif che sarà proiettato in Gran Guardia
La locandina del film di Pif che sarà proiettato in Gran Guardia
La locandina del film di Pif che sarà proiettato in Gran Guardia

Il 21 marzo, una giornata simbolo della speranza che si rinnova: universalmente riconosciuta come giornata contro il razzismo, è anche giornata mondiale della poesia voluta dall'Unesco e infine, in Italia, giorno della memoria delle vittime innocenti di mafia.
«Quest'anno abbiamo voluto unire le forze e cercare un filo conduttore che riunisse tutti questi significati: è nato, dunque, un comitato di associazioni, che abbiamo intitolato proprio "Verso il 21 marzo"», spiegano la presidente del comitato Maria Giuseppina Scala e Maria Pia Mazzasette della segreteria Cgil.
Domani dalle 9 alle 11 nell'Auditorium della Gran Guardia gli studenti delle scuole superiori potranno assistere alla proiezione del film «La mafia uccide solo d'estate» e dalle 11 alle 12.30 sui gradini di Palazzo Barbieri verranno letti i nomi delle vittime innocenti di mafia. Per chi fosse interessato, il film verrà poi riproiettato giovedì alle 20,45 al Teatro Stimate.
«Domani alle 17,30 nell'aula T2 del Polo Zanotto, inoltre, si terrà il convegno «Vittime di mafia: dal ricordo alla consapevolezza», spiega Maria Giovanna Sandri, coordinatrice dell'Unione degli Universitari (Udu). «Il ciclo ha l'obiettivo di insegnare ai ragazzi e ai cittadini l'importanza della legalità e della lotta alla mafia: questo evento condivide proprio questo scopo». All'evento parteciperanno Tina Montanaro, vedova del caposcorta di Falcone Antonio Montinaro, ucciso nell'attentato di Capaci del 1992; Enrico Bellavia, giornalista di Repubblica; Francesco Accordino, ex capo della sezione omicidi della Squadra mobile di Palermo, che condusse la cattura di Provenzano.
«Verona è la seconda provincia del Veneto per beni confiscati alla mafia: è una realtà che interessa alla criminalità», commenta Pier Paolo Romani, coordinatore di Avviso pubblico. «Per affrontare questo tema non sono sufficienti le forze dell'ordine e i magistrati: serve un movimento culturale, che veda nelle regole strumenti per garantire diritti». Soddisfatto per l'iniziativa anche Giorgio Gosetti, delegato del rettore al diritto allo studio: «L'Università deve essere un contesto aperto al dibattito civile, oltre che un contenitore intelligente della memoria». M.TR.

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