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L'intervista a Canale Nove

Maso rivela: «Papa
Francesco mi chiese
di pregare per lui»

L'intervista a Canale Nove
Pietro Maso: ieri sera è andata in onda l’intervista in cui si racconta
Pietro Maso: ieri sera è andata in onda l’intervista in cui si racconta
Pietro Maso: ieri sera è andata in onda l’intervista in cui si racconta
Pietro Maso: ieri sera è andata in onda l’intervista in cui si racconta

Uno sfondo scuro, una sedia vuota al centro; dalle quinte avanza una figura in camicia chiara e jeans. L’uomo si accomoda, la telecamera stringe in un primissimo piano. Un viso ormai segnato dal tempo. Ma, fra le rughe, gli occhi sono quelli del ragazzino nelle foto del processo: «Sono Pietro Maso, ho 48 anni, e nel 1991 ho ucciso i miei genitori». Ieri sera, sul canale Nove, Maso si è raccontato in una lunga intervista, preceduta da molte polemiche, in cui lui ha rievocato, dal suo punto di vista, una delle pagine di cronaca nera che ha gettato l’Italia nell’orrore.

 

Il killer di Montecchia di Crosara ha parlato di sé. Del «prima», di quando maturò in lui il folle progetto di sterminare la famiglia per ottenere l’eredità, e del «dopo», con il difficile ritorno alla vita in seguito al carcere. Maso ha descritto il se stesso di allora come un ragazzo ossessionato dal bisogno di apparire: «Io volevo essere diverso dagli altri, stupire, avere gli occhi addosso». Il mito illusorio di Miami Vice e Don Johnson, le spese pazze, gli stratagemmi per rimediare denaro, presto non gli bastano più. Ed ecco il piano: «Mi sono detto: faccio qualcosa che gli altri non potranno mai fare, uccidere i miei genitori».

 

Nella mente e nel cuore, il vuoto: «Non ricordo gesti d’affetto; a tavola non si parlava mai di noi». Il delitto viene consumato nella notte del 17 aprile 1991, con l’aiuto di tre complici, nella casa di Montecchia di Crosara. «Alla fine c’era un silenzio e un odore di sangue spaventoso». Nel 1992, Maso viene condannato a 30 di carcere. Ne sconta 22, tornando in libertà nel 2015. Ma quando è fuori, «chi prende Pietro Maso a lavorare?». Quindi la ricaduta nella dipendenza da droga, le minacce alle sorelle, il ricovero. L’intervista si chiude con la rivelazione sulla telefonata di papa Francesco: «Mi ha chiesto di pregare per lui». • L.CO.

L.CO.

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