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Da donazioni e volontari

Mascherine colorate
dalla maratona
Cuci e Cura

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Federica Trevisani e Alice Rana con le mascherine
Federica Trevisani e Alice Rana con le mascherine
Federica Trevisani e Alice Rana con le mascherine
Federica Trevisani e Alice Rana con le mascherine

Le volontarie Federica Trevisani e Alice Rama hanno lavato, stirato e sterilizzato gratuitamente nella loro lavanderia di Parona le stoffe multicolore e multi fantasia in puro robusto cotone 100% utilizzate per realizzare migliaia di mascherine protettive usa e lava (non omologate ma utili per arginare saliva e sudore) da donare poi ai cittadini bisognosi tramite operatori del settore sanitario e volontari.

 

L' iniziativa è dell'associazione no profit "La cura sono io" in collaborazione con Pagliani & Brasseurs al fianco di Fevoss Santa Toscana nell'ambito della maratona di solidarietà Cuci & Cura che si è appena conclusa con straordinari risultati e incessante richieste di pezzi. La sinergia tra Fevoss Santa Toscana che si occupa di integrazione sociale e lotta contro l'emarginazione, e La cura sono io, fondata da Maria Teresa Ferrari dedita a #produrrebellezzanonostante, ha mosso una alacre squadra di sarte, sarti e amatori del cucito che nelle loro case, rispettando scrupolose regole igieniche e il non assembramento richiesto dal decreto ministeriale di contenimento del Corinavirus, si sono separatamente dedicati alla realizzazione delle mascherine utilizzando le stoffe messe a disposizione gratis dal laboratorio veronese Pagliani & Brasseur produttore di fiori in tessuto per l'Alta Moda di tutto il mondo.

 

«È stato un lavoro a staffetta - spiegano Trevisani e Rana - che è partito dal dono dei tessuti e degli elastici da noi resi sterili. Il tutto e poi andato alle sarte e sarti che hanno confezionato le mascherine fino poi all'ultimo passaggio di ulteriore sterilizzazione».

 

La richiesta delle mascherine è alta e ad oggi 500 sono state donate ai detenuti del carcere di Montorio, poi agli homeless, ai poveri della mensa Santa Toscana, agli anziani di varie case di cura, alla sezione anticrimine della Questura di Verona, al Tribunale di sorveglianza, alla Casa della giovane per mamme e bambini, ai centri anziani, all'Ospedale di San Bonifacio, all'Abeo e se ne stanno facendo per la Ronda della Carità. Le mascherine si lavano in lavatrice o a mano e costituiscono di doppio strato di cotone anallergico traspirante. Non possono essere usate in sala chirurgica ma negli altri luoghi garantiscono una efficace schermatura. Le ha richieste anche il carcere di Poggioreale di Napoli e Regina Coeli di Roma e le volenterose mani dei volontari continuano a produrre suon di ago, filo e generosità.

Michela Pezzani

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