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Un cortometraggio toccante

Marchio europeo
a Alzheimer Verona:
Elettra testimonial

Un cortometraggio toccante

"La prima regola è non contraddire mai un malato di Alzheimer". Lo hanno detto i relatori della conferenza sulla malattia neurologica degenerativa che si è tenuta al Centro Tommasoli organizzata da Alzheimer Verona diretta da Maria Grazia Ferrari. Fin dal 1999 Alzheimer Verona è affiliata alla Federazione nazionale Alzheimer Italia che ha appena assegnato all'associazione scaligera il marchio europeo Dementia Friendly Community, rappresentato da un fiorellino stilizzato, che viene conferito alle associazioni e ai comuni italiani che aderiscono al progetto di restituire effettivi "diritti di cittadinanza", nel senso di accoglienza relazionale nella vita quotidiana, alle famiglie con malati di Alzheimer.

 

"I malati di Alzheimer e i loro familiari sono isolati- sottolinea la Ferrari- e ciò avviene proprio a causa dello stigma che queste famiglie subiscono, rifiutate dalla società perché la malattia fa paura e di conseguenza fa allontanare chi non sa come relazionarsi con i malati sebbene non siano assolutamente aggressivi. Occorre piuttosto avere l'umiltà di imparare la comunicazione efficace, perché i malati sono persone come le altre se le trattiamo come tali". Al tavolo del convivio al Tommasoli si sono alternati il dott. Giuliano Pedon, geriatra, e Francesco Bricolo, psichiatra, e la buona affluenza di partecipanti all'iniziativa l'ha resa dinamica e colloquiale anche da parte del pubblico. La gente infatti ha posto numerose domande agli esperti dopo la proiezione del film "Elettra. La terapia dell'amore" diretto dal regista, cineasta, critico cinematografico Mario Guidorizzi già docente in materia di Settima Arte all'università degli Studi di Verona.

 

Realistico e commovente il cortometraggio, che ormai è diventato ausilio di sensibilizzazione, sviluppa il racconto scritto dalla musicista Eugenia Soregaroli, e affronta a fasi la patologia degenerativa neurologica dal suo comparire fino alla fase conclamata, come è accaduto alla mamma di Eugenia, la signora Silvana, vista attraverso il diario quotidiano del cane di casa, l'amata carlino Elettra. "Dopo un primo momento di totale crisi all'apparire della malattia di mamma ho potuto affrontarla insieme a lei grazie al gruppo di aiuto dell'Associazione Alzheimer Verona dove ho potuto sfogarmi, chiedere consigli, trovare le indicazioni giuste da chi ne sapeva riguardo la demenza" ha confidato la Soregaroli che nel film interpreta la parte della madre oggi scomparsa- Consiglio ai familiari di chi vive questa realtà difficile di rivolgersi all'associazione che con al competenza e gratuitamente si occupa dei malati e delle loro famiglie". "I malati di Alzheimer ci dicono cose meravigliose anche quando non riescono più a parlare- ha precisato Il dott. Bricolo- e dobbiamo Imparare a cogliere la loro bellezza trasfigurata. La persona malata è bella anche se ha perso l'identità, ma non la dignità e merita amore".

Michela Pezzani

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