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L'intervista

M5S, parla Gennari
candidato sindaco
«Ho sentito Grillo»

Alessandro Gennari
Alessandro Gennari
Intervista ad Alessandro Gennari (Beltrami)

«Grillo? Mi ha consigliato di tagliare la barba. Ce l'ho un po' più lunga della sua». Alessandro Gennari è il candidato sindaco del M5S per Verona. Lo hanno deciso gli iscritti certificati residenti a Verona nella votazione on line che si è svolta nella giornata di ieri. Al voto hanno partecipato 224 persone e Gennari ha vinto con 83 voti. A seguire 63 Francesco Chiarelli, 44 Olimpia Paudice e 34 Francesco Carcangiu. Nell'intervista di Silvia Beltrami in allegato, Gennari spiega i suoi progetti e la sua visione per Verona: «Occhio a chi vende libri dei sogni, bisogna dare proposte concrete, a cominciare dalla salvaguardia del verde».

 

Trentatrè anni, Gennari lavora nell’azienda di famiglia nel campo delle finiture per interno e tendaggi. Capogruppo in 4 Circoscrizione, per il M5S ha combattuto le battaglie dei cittadini di Madonna di Dossobuono a favore della chiusura dell’impianto Ca' Facci. Lo abbiamo già visto accanto ai consiglieri comunali pentastellati nella veste di referente ufficio stampa. Nonostante l’età , ha coltivato molti interessi: giocatore di rugby anche tra le fila del Verona in serie A, attore e regista in gruppi teatrali amatoriali veronesi e musicista per hobby. La sua candidatura «nasce dalla voglia di risvegliare quelle generazioni di veronesi che saranno il futuro della città per mettere in atto un percorso virtuoso di miglioramento della qualità di vita di tutti».

 

L'ATTACCO DELL'EX

Ma il deputato veronese di Alternativa Libera Tancredi Turco (ex proprio dei Cinque Stelle) attacca: «Una votazione ridicola, il fatto che il candidato sia stato scelto con soli 85 voti è segno di come la partecipazione, slogan originale del movimento, sia ormai superata e che una base, a Verona, non esiste più». «Non si può più sentire gli esponenti del M5s proclamarsi come i difensori dei cittadini - prosegue l'On. Turco - ormai, nella sostanza, sono diventati una setta refrattaria ad allargarsi e non inclusiva». Il deputato veronese fa anche notare come sia «singolare che nessuno dei tre consiglieri comunali uscenti si sia candidato, evidentemente per non perdere l'opportunità di andare in Parlamento, dando per scontata la non vittoria a Verona. Scelta legittima, ma che denota come non si pensi più all'impegno per il territorio, ma esclusivamente ai propri interessi e alle proprie ambizioni personali, andando contro a tutti i principi originali del movimento».

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