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Luterani, nuova casa a San Domenico

RELIGIONI. La comunità evangelica trasferita in una chiesa barocca legata alla controriforma
La pastora Vogt : «L'importante è convivere in pace e desideriamo che non accadano più situazioni sgradevoli»

 Fedeli della comunita luterana nella chiesa e, sullo sfodo, le suore  della Sacra famiglia FOTO MARCHIORI
Fedeli della comunita luterana nella chiesa e, sullo sfodo, le suore della Sacra famiglia FOTO MARCHIORI

 Fedeli della comunita luterana nella chiesa e, sullo sfodo, le suore  della Sacra famiglia FOTO MARCHIORI
Fedeli della comunita luterana nella chiesa e, sullo sfodo, le suore della Sacra famiglia FOTO MARCHIORI

Si apre con la giornata del ringraziamento la prima funzione religiosa della comunità evangelica luterana alla chiesa di San Domenico, in via del Pontiere. La chiesa, di proprietà del Comune, in gestione alle Sorelle della sacra famiglia, è quindi la loro nuova casa, almeno così si spera. Dopo ben quattro spostamenti, l'ultimo dalla chiesa di San Pietro Martire, data in concessione ancora dal vescovo Flavio Carraro, la comunità luterana entra in un luogo di culto non proprio idoneo per quanto professano. Infatti San Domenico, è l'unica chiesa barocca cittadina, quindi legata alla controriforma.
Sulle pareti gli affreschi di Simone Brentana, Odoardo Perini, Paolo Pannelli, Sante Prunati, maestri pittori a cavallo tra il Seicento e il Settecento, imperano. Ma non ci fanno caso i luterani, o meglio, fanno finta di niente perché l'importante «è convivere in pace». «Desideriamo che non accadano più situazioni sgradevoli», si è limitata a dire la pastora Kerstin Vogt. Una risposta gentile ma che ha sottolineato il disagio del sentirsi esclusi e vulnerabili quando si viene attaccati per la propria fede, come hanno fatto gli integralisti veronesi.
Al primo culto nella chiesa di San Domenico sono stati invitati il direttore dell'ufficio diocesano ecumenismo e dialogo, Diego Righetti e le suore della sacra famiglia che con una piccola delegazione accompagnate dalla madre superiora Marisa Adami, hanno assistito al rito. Per l'occasione , dal momento che la funzione si svolge in lingua tedesca, come del resto volle il sacerdote agostiniano Martin Lutero, è stato consegnato loro un foglio con tradotta l'omelia della pastora che prendeva spunto sì da la giornata del ringraziamento ma poneva un'attenta analisi sul bisogno di consapevolezza.
«La vera gratitudine è un profondo "sì" per il luogo nel quale mi trovo al momento. Vuol dire ringraziare Dio di averci creato», ha detto Vogt che rappresenta i luterani anche di Brescia e Mantova. Una comunità piccola la loro ma molto unita.
Don Righetti non nasconde il proprio rammarico per le persecuzioni di cui sono stati oggetto (da vari gruppi di tradizionalisti cattolici che hanno criticato per mesi il vescovo per questa scelta) nonostante la positiva accoglienza della parrocchia di Santo Stefano. «Cerchiamo di essere vicini alla comunità luterana. L'accoglienza a San Pietro Martire ha generato una crisi, tant'è che si è venuta a creare la necessità di spostarli», ha detto calcando il tono sul «Non c'è stato nessuno sfratto quindi». Che lo si voglia chiamare spostamento o sfratto, fatto sta che una comunità di persone che non fanno nulla di male sono state oggetto di una forte ed immotivata discriminazione che non si è fermata al volantinaggio. Al Centro Carraro, in lungadige Attiraglio, in occasione del sinodo luterano, gli integralisti si appostarono fotografando ogni macchina ed ogni famiglia che entrava. Ma anche in quel caso i luterani veronesi guardarono oltre senza denunciare.
La celebrazione e i canti e l'accenno di una suite di Bach suonata al violino da Bernhard Werner, hanno evidenziato che la convivenza è sempre possibile. A.Z.

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