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Gli aumenti

Luce e gas, per i veronesi una stangata di 500 euro in media a famiglia

Da ottobre la bolletta della luce aumenterà del 40 per cento, quella del gas del 30 per cento. E sono solo gli ultimi rincari di una serie iniziata la scorsa primavera, quando imprese e famiglie ancora erano – e lo sono tuttora – imbrigliate in una crisi non ancora terminata: per rendere l’idea, nel secondo trimestre dell’anno l’incremento per la luce era stato del 20 per cento, quello del gas del 15 per cento, calmierato e ridotto al 10 per cento grazie all’intervento del Governo sugli oneri di sistema, che incidono sul prezzo finale della bolletta.

Quasi 50 euro al mese

Questi rincari si tradurranno, per una famiglia media veronese, in 150 euro in più all’anno per l’elettricità e in 300 euro per il gas. «Un dato indicativo», precisa Davide Cecchinato, presidente di Adiconsum Verona, «perché l’aumento dipende da diversi fattori. Quel che è certo è che molte famiglie si troveranno in difficoltà e il rischio sarà la diffusione della povertà energetica, un fenomeno già diffuso anche nella nostra provincia». La principale causa dei rincari è l'aumento delle quotazioni delle materie prime energetiche e soprattutto del gas naturale, per il quale l'Europa dipende dall'estero: la domanda di energia è in continua crescita ma la produzione e il trasporto faticano ad assecondare gli ordini europei. Così il prezzo sale. In secondo luogo, contribuiscono anche gli alti prezzi dei permessi di emissione di anidride carbonica: le aziende che producono Co2, soprattutto quelle energetiche, se si trovano all'interno dell'Unione Europea devono pagare per questo, comprando quote di emissioni nel sistema europeo Ets (anagramma di Scambio di Quote di Emissione). Per spingere le aziende a decarbonizzare, il prezzo di queste “quote Ets” viene aumentato gradualmente, ma questo porta anche ad un aumento dei costi di produzione e quindi delle tariffe in bolletta, anche per i consumatori.

Intervento del Governo

«Ma la transizione energetica non può minare la stabilità economica e finanziaria delle famiglie», sbotta Cecchinato, che propone una serie di interventi: «Serve una rivisitazione delle tariffe, togliendo ad esempio gli incentivi per le rinnovabili e per le dismissioni delle centrali nucleari. Per quanto riguarda i rincari previsti per i prossimi mesi, auspichiamo che il Governo intervenga, come fatto in passato, sugli oneri di sistema allargando inoltre la base del bonus sociale che aiuta le famiglie più in difficoltà ad avere uno sconto in bolletta».

Imprese a rischio

I rincari andranno a minare anche le casse delle imprese e, di conseguenza, la loro capacità di essere competitive sul mercato: Roberto Iraci Sareri, presidente di Confartigianato Imprese Verona, auspica un’azione contenitiva da parte del Governo, «sostanzialmente possibile con l’abbattimento o l’azzeramento degli oneri generali di sistema che incidono in maniera pesante sulla bolletta dell’energia elettrica. Questa situazione» analizza ancora, «rischia di appesantire i costi che già gravano sulla produttività delle imprese che, dopo un periodo difficilissimo in seguito al Covid, stanno ripartendo con buone previsioni di crescita». Si guarda a Roma, ma anche a chi dovrà procedere all’incasso delle bollette: «Speriamo che le imprese di emanazione pubblica presenti sul territorio predispongano procedure per alleviare questo carico, attraverso ad esempio rateizzazioni e dilazioni», dice il presidente di Adiconsum Verona.

Pagare a rate

Un appello lanciato anche in direzione di lungadige Galtarossa: «È un mercato impazzito», ammette Floriano Ceschi, direttore operativo del ramo commerciale di Agsm Aim, «ed è un problema non solo italiano ma che riguarda tutta l’Europa. Parliamo di prezzi che non sono sostenibile né per le imprese né per le famiglie e che non rappresentano la corretta espressione del valore di mercato dell’energia. Tra cinque, sei mesi prevediamo un riassestamento, tuttavia questi segnali non vanno trascurati: la transizione energetica deve essere fatta in maniera pensata». Ceschi non esclude un piano per andare incontro alle famiglie in difficoltà, tuttavia è chiaro: «I cittadini, così come le imprese faranno certamente più fatica a pagare le bollette. Aumenteranno le richieste di rateizzazione e questo rappresenterà un problema anche per noi, perché anche il nostro conto economico potrebbe soffrirne». Indubbiamente la stangata d’autunno porterà una ricaduta negativa su tutti i bilanci domestici visto che, secondo un sondaggio nazionale, più del 64 per cento dei consumi delle famiglie se ne va per vivere: oltre il 50 per cento dei consumi si riferisce alle voci relative alla casa, incluse le «bollette» per luce, acqua e gas. 

Francesca Lorandi

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