<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
D’Arienzo si rivolge a Bussetti

Libro su Ramelli nelle scuole:
«Il ministro blocchi l’iniziativa»

D’Arienzo si rivolge a Bussetti
Stefano BertaccoLa foto della corona in via Ramelli postata dal consigliere Bacciga Vincenzo D’Arienzo
Stefano BertaccoLa foto della corona in via Ramelli postata dal consigliere Bacciga Vincenzo D’Arienzo
Stefano BertaccoLa foto della corona in via Ramelli postata dal consigliere Bacciga Vincenzo D’Arienzo
Stefano BertaccoLa foto della corona in via Ramelli postata dal consigliere Bacciga Vincenzo D’Arienzo

«Più che un fumetto è un fumogeno per non fare i conti con la destra violenta di questa città». Così i segretari provinciale e cittadino del Pd, Maurizio Facincani e Luigi Ugoli e i consiglieri comunali Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani, contestano la decisione del Comune di finanziare la distribuzione nelle biblioteche scolastiche della graphic novel “Sergio Ramelli. Quando uccidere un fascista non era reato“, sulla vicenda del militante milanese del Fronte della Gioventù che il 29 aprile 1975 morì per le conseguenze del brutale pestaggio subito da appartenenti ad Avanguardia Operaia.

 

Il libro ha la prefazione di Guido Salvini che fu giudice istruttore nel processo agli assassini. E il caso della sponsorizzazione del Comune al fumetto su Ramelli finisce anche sul tavolo del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, chiamato in causa dal senatore del Pd Vincenzo D’Arienzo: «Ho chiesto al ministro, e con me molti altri colleghi, di bloccarne la distribuzione». Per gli esponenti del Pd scaligero lo «scopo inconfessabile» dell’iniziativa «è un altro: undici anni fa nella notte tra il 30 aprile e l’1 maggio, cominciava l’agonia di Nicola Tommasoli, un ragazzo qualunque, non un militante politico, aggredito per futili motivi da estremisti di destra che si sentivano in diritto di spadroneggiare in città. È questa», affermano, «la data che oggi conta a Verona ed è con questa violenza, quella dell’estrema destra, che devono fare i conti il sindaco Sboarina e la sua maggioranza».

 

Dirigenti e consiglieri del Pd parlano di «operazioni volte a distogliere l’attenzione dai problemi della città e a mistificare e decontestualizzare la storia del Paese. Vale per il fumetto su Ramelli», concludono, «e anche per quello su Norma Cossetto che rappresenta un clima idilliaco nell’Italia fascista del tempo». Per D’Arienzo «non è in discussione la gravità dell'atto mortale compiuto e men che meno un giudizio a posteriori su quel tragico fatto, ma riteniamo presente un disegno politico e culturale volto a inquinare la coscienza civile attraverso la valorizzazione di personaggi e fatti che, ancorché vittime di violenza, vengono utilizzati come icone per rendere il pensiero fascista meno brutale di quello che in realtà è stato ed è».

 

E mentre il promotore dell’iniziativa, il consigliere di Battiti Andrea Bacciga - che lunedì ha posto una corona a forma di croce celtica sulla targa in via Ramelli dalla quale qualcuno ha poi tagliato la parte di nastro con il suo nome - replica alle critiche postando su Facebook la poesia di Ungaretti “Cessate di uccidere i morti“, Stefano Bertacco, senatore di Fratelli d’Italia e assessore all’Istruzione, parla di «reazione scomposta da parte di una sinistra in cerca di suggestioni apocalittiche prima di una tornata elettorale». E aggiunge: «Il risultato è la strumentalizzazione dei morti e chi fa questo merita l’epiteto di miserabile». Bertacco, chiede di «abbassare i toni e di consentire a tutti la possibilità di raccontare la propria storia. Anche Sergio Ramelli», conclude, «fu ucciso da una violenza folle e ideologizzata che lo lasciò, a 18 anni, esanime sull’asfalto con il cranio sfondato». •

Enrico Santi

Suggerimenti