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Le conseguenze indirette della pandemia

Lezioni in Dad, allarme degli oculisti: «Aumentano i bambini miopi. Il rimedio? Uscire di casa»

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Giuliano Stramare, oculista pediatrico
Giuliano Stramare, oculista pediatrico
Giuliano Stramare, oculista pediatrico
Giuliano Stramare, oculista pediatrico

Dopo due anni di pandemia, in cui è stata ridotta l'attività all’aria aperta e incrementato l’uso dei dispositivi digitali per la didattica a distanza, gli specialisti assistono a un’impennata di problemi della vista nei bambini e nei ragazzi in età scolare. «La stima è che via sia un aumento del 30-40 per cento del numero di miopie e del tasso di progressione della miopia in chi già soffriva di questo difetto visivo», spiega il dottor Giuliano Stramare, oculista pediatrico dell’Irccs Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar.

Bisognerà attendere qualche anno per poter analizzare dal punto di vista statistico l’impatto di questo ultimo periodo di confinamento, «ma di certo», afferma lo specialista, «l’eccesso di tempo dedicato alle attività “per vicino“ (legate all’uso dei device digitali di ogni genere) e di esposizione alla luce artificiale rispetto a quella naturale hanno peggiorato la cosiddetta “pandemia di miopia“ a cui si sta assistendo già da alcuni anni e i cui fattori di rischio erano ben noti, già da prima dell’avvento della didattica a distanza».

La percezione è che vi sia un incremento anche nel numero delle visite ambulatoriali, sia oculistiche che ortottiche, che nel 2020 (ultimo anno rilevato) sono state, rispettivamente, 2.839 e 2.428 a Negrar. Sintomi «Il tempo d’attesa si è notevolmente allungato e questo corrisponde a un aumento delle richieste di prestazione», specifica l’oculista. «La richiesta maggiore riguarda visite per cali della vista e sintomi come la cefalea non forte ma quotidiana, lacrimazione frequente, la necessità di dover strizzare spesso gli occhi, il rossore cronico. Tutti sintomi dell’affaticamento visivo che un tempo vedevamo negli operatori videoterminalisti e che adesso riscontriamo anche in ragazzini di 14 anni».

«Purtroppo», aggiunge lo specialista, «non c’è sufficiente consapevolezza dei costi sociali legati a un’incremento delle miopie, che in forma grave si possono accompagnare a complicanze più o meno serie come il distacco di retina, il glaucoma o la maculopatia». Naturalmente questo non vuol dire che un bambino in Dad oggi diventerà per forza un adulto con invalidità visiva domani. Nè vanno demonizzati la tv, il computer e gli smartphone che sono ormai parte integrante della vita di tutti, ragazzini inclusi. «Va però compreso come lo stile di vita influisca sul nostro futuro anche per quanto riguarda la vista», afferma Stramare. Il bilanciamento ideale? «Un’ora all’aria aperta per ogni ora passata al computer e dopo ogni ora davanti al computer, cinque minuti per alzare gli occhi e guardare lontano». «Ai genitori dico: fate uscire i bambini di casa», aggiunge il medico. «È fondamentale l’esposizione alla luce naturale, inoltre l’occhio umano è progettato per la messa a fuoco in lontananza e guardare troppo a lungo un oggetto vicino costituisce sicuramente uno stimolo per la miopizzazione».

Laura Perina

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