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La Via della Seta e el Buso del Gato

La Via della Seta, secondo il cinese del bareto, Tan detto Tano - scrive la Olga - alla fine non ci porterà più benefici del Buso del Gato, el bìgolo che collega il piazzale della stazione di Porta Vescovo con Porto San Pancrazio. Inoltre el Tano getta acqua sul fuoco degli entusiasmi che stanno infiammando in queste ore i nostri amministratori e i rappresentanti delle categorie economiche e produttive della città. Parlando nel nostro dialetto, che conosce ormai più del cinese, el Tano sostiene in sostanza che il gemellaggio tra Verona e Hangzhou, nel nome di Giulietta e Romeo e degli omologhi amanti di quelle parti, porterà forse qualche turista in più ma nient'altro. «Penso - dice - a quele tardone che dopo aver butà via el tempo a impissàr mocoli soto al monumento de Zhu e Liang, la Giulieta e el Romeo cinesi, le próa a impissàrli anca qua par védar se le se cata el ganzo». Sotto sotto, invece, el Tano teme che la trionfale dichiarazione di Sboarina secondo cui Verona parte «in pole position» nei rapporti turistici con la Cina, con grandi prospettive anche per le nostre aziende in quel Paese, non sia solo un auspicio ma che il sindaco sappia esattamente come andranno le cose, e cioè che saremo felicemente invasi dai cinesi come è successo al Tibet. Avendo el Tano confessato questo suo dubbio al Ténca col quale era andato a bèar un bicér alla Corte Vècia, el Ténca l'ha riferito al mio Gino. In pratica el Tano ha paura - un vero e proprio scagàsso - che con l'invasione dei cinesi arrivi anche una valanga di ambulanti che farebbero concorrenza al suo banchéto allo Stadio e alle sue abusive importazioni di anguille da Comacchio. «No'l g'à mia tuti i torti - mi dice il mio Gino - parché ormai, da San Michél a San Zen, no gh'è un bar che no'l sia cinese, sensa contàr i centri dove le cinesine le fa i massagi erotici, e par no parlàr dei negòssi de abiliamento che iè metà sói». Io capisco el Tano ma capisco anche l'entusiasmo di Sboarina che dopo aver detto di no agli svedesi dell'Ikea, apre le porte ai cinesi di Xi Jinping, come del resto ha fatto il governo. Non so però se sia sufficiente un gemellaggio per far crescere gli scambi commerciali della nostra città con quel Paese. •

Silvino Gonzato

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