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Piano della prefettura

La scuola superiore prova a ripartire e giovedì 7 gennaio si torna in aula

Studenti a scuola durante la pandemia
Studenti a scuola durante la pandemia
Studenti a scuola durante la pandemia
Studenti a scuola durante la pandemia

La scuola superiore prova a ripartire, almeno a metà. Finite le feste si torna in classe al 50%, con modalità predisposte dai singoli istituti, mentre dal 15 gennaio – salvo contrordini – si passerà al 75%. Con l’obiettivo del rientro in presenza dei tre quarti della popolazione studentesca, la Prefettura di Verona ha messo nero su bianco un piano di potenziamento dei trasporti per assicurare il raccordo tra orari di inizio e termine delle lezioni e orari del servizio pubblico urbano ed extraurbano, tenuto conto che la capienza degli autobus è ridotta della metà.

 

Le soluzioni prospettate dal coordinamento prefettizio sono tre: fasce orarie differenziate per l’ingresso in aula degli studenti, una alle 8 e l’altra alle 9.30; la distribuzione delle classi (prime, seconde e terze entrano alle 8, quarte e quinte alle 9.30); e la rimodulazione delle unità didattiche, che diventano da 45 e 50 minuti per evitare che lo slittamento della prima campanella sposti la conclusione delle lezioni nel pomeriggio inoltrato, rendendo difficoltosi sia il rientro a casa che la gestione dello studio e dei compiti. In particolare l’avvio differenziato delle lezioni e la suddivisione degli ingressi servirebbero ad alleggerire il carico sui mezzi pubblici nella fascia oraria tra le 7 e le 8.30, che è usata anche da lavoratori e pendolari e nella prima fase di riapertura delle scuole, a settembre, aveva fatto registrare situazioni di particolare assembramento, a bordo come alle fermate.

 

Dalla ricognizione sulle esigenze di trasporto effettuata dall’Ufficio scolastico regionale del Veneto, tramite un questionario online che le scuole superiori hanno sottoposto alle classi prima delle vacanze di Natale, emerge che sette studenti veronesi su dieci adoperano i mezzi pubblici per andare a scuola. Con lezioni in presenza al 75%, bisogna garantire il trasporto in sicurezza a oltre 20mila ragazze e ragazzi, la maggior parte dei quali (13.500) usa gli autobus delle linee urbane. Il piano regionale prevede un fabbisogno aggiuntivo di 50 veicoli per le corse urbane e 120 per quelle extraurbane, dunque un numero ingente di mezzi, difficile da reperire, senza contare l’impatto che avrebbe sul traffico cittadino. Anche in base alle risorse erogate finora dal ministero dell’Interno, per il momento Atv ha stimato di potenziare la rete con 85 autobus privati aggiuntivi (70 per il trasporto extraurbano e 15 per aumentare gli «speciali» in partenza dai quartieri cittadini) e sta predisponendo un documento sulla base dell’organizzazione flessibile degli orari d’ingresso a scuola.

 

L’incremento dei mezzi in circolazione, anche se minore rispetto a quanto indicato dalla Regione come ottimale, fa ipotizzare un’alta concentrazione di autobus negli hub di interscambio e di sosta e partenza, perciò la Prefettura ha raccomandato agli enti locali e all’azienda del trasporto pubblico di ampliare le aree di parcheggio, diversificandole se possibile.

 

Per quanto riguarda il Comune di Verona, ha segnalato la necessità di ampliare le zone di parcheggio limitrofe all’hub principale della stazione di Porta Nuova.

Laura Perina

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