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In corso le indagini della polizia tedesca

La morte di Lucia è ancora un rebus. La madre: «Mia figlia non può essere impazzita»

Lucia Raso
Lucia Raso

È stato un lungo viaggio quello che ieri ha portato in Germania Xenia Sonato e Fabio Raso, la mamma e il fratello di Lucia, la 36enne veronese morta martedì notte precipitando da una finestra al primo piano di una palazzina di Seligenthaler Strasse, quartiere nel cuore di Landshut, in Baviera.

 

Una dinamica «del tutto non chiara» come ha dichiarato la stessa polizia bavarese, arrivata sul luogo del decesso immediatamente, all’una e mezza di notte. L’autopsia secondo quanto riferito dal console italiano a Monaco, Enrico De Agostini, si è già svolta. La salma potrebbe rientrare in Italia già nei prossimi giorni, tuttavia le indagini sono tuttora in corso. Segno che serve fare ancora chiarezza sugli ultimi istanti della vita di Lucia, quelli che hanno preceduto la morte.

 

Diversi elementi, infatti, non tornerebbero. Dal momento del decesso sono servite quasi 20 ore perché la notizia arrivasse in centro a Verona, a casa dei Raso, per mano del comandante della polizia municipale Luigi Altamura. È stato lui che, con cinque agenti, ha bussato alla porta della famiglia. Erano le 19 di martedì e per tutto quel tempo il fidanzato di Lucia, Christian Treo, che era con lei al momento del decesso, non si era mai fatto sentire. Sono seguite ore drammatiche, «versioni contrastanti e non chiare», come le ha definite Xenia. Sono seguiti rabbia e dolore, che la madre ieri si è portata appresso per tutto il viaggio durato oltre sei ore, dalla stazione di Porta Nuova a Landshut.

 

Un lasso di tempo durante il quale la procura bavarese non ha mai smesso di indagare, cercando di fare chiarezza sulla dinamica. Christian, anche lui veronese, si trovava in Baviera da settembre. Era emigrato per fare il pizzaiolo in un ristorante. Lei, commessa nel negozio di Yves Rocher di via Mazzini, era già salita un fine settimana di inizio novembre per andarlo a trovare. E sabato scorso era tornata. Doveva restare tre, quattro giorni. Il tempo di una breve vacanza. Lunedì sera in casa, con loro, c’erano altri due inquilini, avevano cucinato tutti insieme, mangiato e bevuto. Poi, stando a quanto Christian ha raccontato a mamma Xenia, gli altri due sono usciti, lui è rimasto dentro con Lucia, che fumava una sigaretta, “a carponi”, sulla finestra. E all’improvviso la caduta, all’indietro, e la violenta botta sull’asfalto che non le ha dato scampo.

 

«Ma com’è possibile, mia figlia non può essere impazzita», commenta la mamma, segnata dal dolore. Ieri pomeriggio avrebbe dovuto incontrare gli agenti di Landshut che stanno seguendo le indagini, ma non erano in commissariato: la donna, col figlio, è tornata a Verona. Questa mattina si svolgerà il confronto, telefonico. La vicenda è seguita dal console De Agostini, che è stato immediatamente informato del decesso dalla polizia tedesca e, a sua volta, ha contatto la Polizia municipale di Verona. De Agostini viene aggiornato sulle indagini in maniera costante.

 

Con lui è in contatto la deputata veronese del Pd Alessia Rotta, che si è attivata nel tentativo di supportare la famiglia Raso in questa vicenda drammatica, resa ancora più complessa dalla lontananza. Secondo quanto spiegato dal console, sembrerebbe trattarsi di un incidente. Tuttavia le indagini non sono ancora concluse. Il diplomatico ha riferito anche dell’autorizzazione al rimpatrio della salma che, quindi, rientrerà a Verona già nei prossimi giorni. •

 

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Francesca Lorandi

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