<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Verso le Amministrative

La Lega dice «sì», Sboarina ricandidato sindaco. Parte la sfida a tre

Coalizione di centrodestra Sboarina al tavolo programmatico con De Berti, Zavarise, Maschio, Bricolo e Gasparato
Coalizione di centrodestra Sboarina al tavolo programmatico con De Berti, Zavarise, Maschio, Bricolo e Gasparato
Coalizione di centrodestra Sboarina al tavolo programmatico con De Berti, Zavarise, Maschio, Bricolo e Gasparato
Coalizione di centrodestra Sboarina al tavolo programmatico con De Berti, Zavarise, Maschio, Bricolo e Gasparato

Via alla sfida a tre. Sboarina avanza. Tosi continua a correre. Tommasi studia. Per le elezioni comunali di primavera cominciano le scintille, in città. Nel centrodestra sboariniano, però, la vera svolta. Dopo l’intesa, i primi abbozzi di programma. Sull’asse Verona-Regione. Dopo che la Lega ha sciolto le - numerose, fino a qualche mese fa - riserve sulla ricandidatura a sindaco di Federico Sboarina, in cordata con Fratelli d’Italia, Verona Domani e Battiti, la coalizione ora in maggioranza in Comune è ora in corsa ora per le elezioni di primavera.

E inizia a lavorare. Sui progetti. Così, dopo l’incontro di giovedì nell’ufficio del sindaco, a Palazzo Barbieri - come riportato ieri - con i coordinatori di Lega, FdI e Verona Domani, ieri Sboarina è andato nella seda della Lega, in Zai. Per approfondire il programma. Un incontro, però, che è stato anzitutto un segnale politico forte. In un “set” studiatissimo.

Perché la politica ha i suoi riti e copioni. Sboarina, sulla cui ricandidatura l’alleato Lega non aveva propriamente intenzione di spendersi, fino a qualche mese fa, non andava nella sede leghista da anni. E si è fatto fotografare davanti alla bandiera della Lega, che ha la scritta Salvini. Quel leader Matteo Salvini che lo incoronò candidato, cinque anni fa.

E che però la scorsa estate, dopo aver lanciato Sboarina per altri cinque anni, non digerì che il sindaco fosse passato senza dirglielo a Fratelli d’Italia, presente Giorgia Meloni in città. La prima nota congiunta Poi ruggini, trattative, tira e molla, tentativi di ricucitura, soprattutto con una parte di Lega, sull’asse Roma-Veneto-Verona. E alla fine, dopo un accordo con spartizione di poltrone in Comune e negli enti che strapaga la Lega. Con il 50 per cento della Giunta, il vicesindaco, presidenze, in caso di vittoria, il via libera alla ricandidatura.

E ieri l’incontro di Sboarina, con la vicepresidente della Regione e assessore alle infrastrutture e trasporti Elisa De Berti, della Lega. Quindi il commissario provinciale leghista e assessore Nicolò Zavarise, Federico Bricolo responsabile politico leghista, Ciro Maschio, deputato e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, e il presidente di Verona

Domani, e del Consorzio Zai, Matteo Gasparato. Al termine, i sei presenti hanno diffuso una nota in cui dicono che «proseguono gli incontri serrati tra gli alleati per definire gli ultimi approfondimenti sul programma comune. In un clima disteso e propositivo stiamo lavorando sui temi più importanti della città che saranno i punti fondamentali del programma della coalizione.

Tra gli argomenti più rilevanti», si dice, «lo sviluppo strategico delle infrastrutture, sul quale c’è stato un confronto nella sede provinciale della Lega di Verona anche con la vice presidente della Regione Veneto Elisa De Berti, a conferma di una sempre più stretta e necessaria collaborazione con la Regione Veneto». Presieduta da Luca Zaia, alla guida di una maggioranza Lista Zaia, Lega, FdI, Forza Italia. È comunque la prima volta che Sboarina appare in foto, e il suo nome al termine di una nota, nell’ottica delle elezioni amministrative 2022, insieme ai partiti.

Ai blocchi. Di fatto dunque comincia la campagna elettorale, con Sboarina per il centrodestra, Flavio Tosi per Fare e civiche, e Damiano Tommasi per il centrosinistra unito. Ma che cosa succede nell’alveo del centrodestra extra Sboarina? Dopo l’incontro di giovedì sia Zavarise che Maschio hanno dichiarato l’auspicio che anche Forza Italia rientri nella coalizione, con FdI e Lega, come a livello nazionale e come nel 2017. Poi FI uscì dalla maggioranza in Comune.

Ma lunedì scorso il comitato provinciale di FI ha deciso di cercare un accordo politico con Tosi. Il quale già alle regionali 2020 strinse un accordo che portò a eleggere in Consiglio regionale, per FI, Alberto Bozza, anche consigliere comunale tosiano. «Nulla di personale con gli esponenti del centrodestra, ma ho raccolto la volontà unanime del comitato di andare con Tosi e l’ho portata al tavolo nazionale», dice Michele Zuin, coordinatore regionale forzista, assessore a Venezia».

Raccoglie invece il sostegno di Forza Italia Tosi - «ci siamo sentiti spesso in questi giorni», dice - che auspicava la Lega con lui: «Mi auguro che ascolti la sua base e il suo elettorato, che non vogliono la ricandidatura di Sboarina», dice Tosi, che ha già con lui la Csu Veneta, i Pensionati Veneti, e punta anche a portare con lui Michele Croce e la sua Prima Verona. Fronti opposti Nel centrosinistra, però, i colpi cominciano subito.

Michele Bertucco, consigliere di Verona e Sinistra in Comune, che sarà candidato per Tommasi, lancia il sasso: «Dopo essersi tanto odiati, dopo essersi fatti mille dispetti, scambiati dichiarazioni al vetriolo, ecco che rancori e dissidi tra Sboarina e la Lega vengono improvvisamente messi da parte. Zavarise ingoierà il “rospo” della ricandidatura del sindaco uscente. E a fare cambiare idea agli irriducibili contestatori del sindaco è stata la voce del padrone Salvini - alla faccia dell’autonomia della Lega veronese - nonché un nuovo accordo sulla spartizione delle poltrone».

E per Federico Benini, capogruppo del Pd, per Tommasi, «l’accordo tra Lega e FdI sulla ricandidatura di Sboarina non ricompatta il centrodestra, ma solo la sua parte più estrema. Allo stato attuale, Sboarina è sostenuto solo dalle forze che in Europa strizzano l’occhio a Orban, Le Pen e alla estrema destra spagnola, e che a livello nazionale sono i maggiori esponenti del populismo illiberale e nazionalista». Primi fuochi, per una lunga sfida a tre

Enrico Giardini

Suggerimenti