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L'ultima esternazione del consigliere

«L'omofobia non esiste». Un nuovo scontro tra Zelger e Fedez

Il leghista veronese è intervenuto a Piazzapulita su La7
Il consigliere leghista Alberto Zelger e il cantante Fedez
Il consigliere leghista Alberto Zelger e il cantante Fedez
Il consigliere leghista Alberto Zelger e il cantante Fedez
Il consigliere leghista Alberto Zelger e il cantante Fedez

«L’omofobia non esiste, perché in Italia non c’è discriminazione nei confronti dell’omosessualità». Lo dice a Luca Bertazzoni, inviato di Piazzapulita, trasmissione andata in onda giovedì sera su La7, il consigliere comunale della Lega Alberto Zelger.

 

«Negli ultimi dieci anni», aggiunge, «26 episodi di discriminazione per orientamento di genere. Ci sono stati casi anche a Verona che hanno denunciato, e si sono rivelate montature». Zelger, tra l’altro, ha ribadito la sua ormai celebre risposta a un’intervista a Radio 24. Frase citata dal rapper milanese Fedez che al Concertone del Primo Maggio l’aveva inserita in una galleria di frasi omofobe pronunciate da esponenti del partito di Salvini.

 

«Se le unioni civili fossero così diffuse in un città o uno Stato», questa la teoria dell’esponente leghista, «non nascerebbero più bambini e la società si estinguerebbe. In quel contesto ho usato la parola sciagura, che non direi più adesso, perché è stata male interpretata da Fedez, che non solo è scorretto ma ha anche approfittato di un servizio pagato da tutti i cittadini per fare propaganda politica».

 

La replica di Fedez è arrivata via Twitter: «L’omofobia non esiste” di Alberto Zelger consigliere comunale Lega, is the new “la mafia non esiste” di Marcello Dell’Utri. Rappresentanti del paese, non cantanti». Quanto al ddl Zan che punisce i reati dettati da discriminazione di genere, approvato alla Camera ma ancora fermo al Senato, il consigliere comunale lo definisce «legge liberticida, contro la Costituzione, contro la libertà di stampa, che mette a disagio le donne persino quando fanno le gare sportive, perché si trovano di fronte degli uomini transgender che vincono tutte le gare e loro non possono difendersi. Lo scopo del ddl Zan», afferma, «è entrare nelle scuole, a insegnare quanto è bello l’amore omosessuale».

 

 

 

E conclude: «Le attitudini maschili e femminili sono per natura diverse: le donne preferiscono accudire la persona e gli uomini preferiscono la tecnologia». L’ultima esternazione dello Zelger-pensiero non ha mancato di scatenare reazioni in riva all’Adige. «Non stupisce che Zelger dichiari di non percepire il problema dell’omofobia: è infatti improbabile rendersi conto dell’esistenza di un problema quando si è parte di esso», scrivono in una nota dai toni molto duri i consiglieri comunali del Pd Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani.

 

E dopo averlo accusato di «riproporre banali stereotipi di genere che offendono l’intelligenza della città che il consigliere indegnamente rappresenta», si rivolgono a Sboarina: «Ci attendiamo che il sindaco e l’intera maggioranza prendano le distanze dalle parole di Zelger e che si scusino con i tanti e le tante che si sono sentite offese. A meno che il loro pensiero non sia in linea con quello di Zelger, come del resto rivela lo stesso coordinatore nazionale di Forza Italia. «La famiglia», ha recentemente dichiarato Antonio Tajani, «è per noi il nucleo fondamentale della società e va difesa, ma senza figli non esiste».

 

Sul caso interviene anche Michele Bertucco, di Verona e Sinistra in Comune: «Non era dunque stato frainteso o manipolato come aveva detto: Zelger è proprio convinto che l’omofobia non esista e che l’odio contro le persone non sia un problema. Grazie a Zelger e alla Lega, che riesce sempre a rappresentare il peggio, come fa anche con le posizioni fascistoidi di Bacciga, Verona fa la solita magra figura».

 

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Enrico Santi

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