<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La norma

L'obbligo di Green Pass riguarda 400 mila lavoratori veronesi. Regole, eccezioni e sanzioni

Controllo del Green Pass (foto Marchiori)
Controllo del Green Pass (foto Marchiori)
Controllo del Green Pass (foto Marchiori)
Controllo del Green Pass (foto Marchiori)

Il Green pass è ora in versione «super». Sarà indispensabile dal 15 ottobre per accedere a tutti i luoghi di lavoro, pubblici e privati. Nel Veronese il cambio di passo deciso dal Governo interessa, secondo dati forniti dalla Cisl ed aggiornati al 2018, quasi 400mila persone. Sono, in massima parte, «dipendenti»: 290mila, il 73 per cento di un totale che include anche poco meno di 110mila «autonomi» e 22mila uomini e donne ancora in cerca di occupazione. Platea ampia che, su scala nazionale, unisce, tra certezze ed alcuni dubbi, 23 milioni di italiani.


Coinvolti

Dal 10 ottobre l’obbligo di «certificato verde» si applica agli addetti esterni degli istituti scolastici, delle università e al personale amministrativo e ausiliare (incaricati dei servizi di mensa e pulizia) delle residenze sanitarie assistiti (Rsa). Cinque giorni più tardi la misura sarà estesa a tutti i lavoratori, pubblici e privati, incluso il «popolo delle partite Iva», a colf e badanti ed anche a chi svolga attività di volontariato. 
Il Green pass sarà necessario anche per deputati e senatori, componenti la Corte Costituzionale e per la presidenza della Repubblica. Quanto ai parlamentari, l’applicazione è però assoggettata, sulla base dell’autonomia decisionale, «autodichia», sancita dalla Costituzione (articoli 64 e 66), ad un’approvazione autonoma: il «sì» appare scontato, con fibrillazioni.
 

Eccezioni

Il Green pass sarà necessario anche per l’apparato giuridico: magistrati ordinari, amministrativi, contabili, militari e onorari, avvocati, procuratori dello Stato e componenti le commissioni tributarie. Esentati però dall’obbligo i veri protagonisti di un processo. La norma infatti, per ora, non prevede la «carta verde» per «avvocati e altri difensori, consulenti, periti e ausiliari... estranei all’amministrazione della giustizia, testimoni e parti».

Controlli

La verifica sul possesso del certificato è affidata, sia per il settore pubblico che privato, ai datori di lavoro. Ai quali toccherà, entro il 15 ottobre, l’onere di definire le «modalità operative» degli accertamenti, anche «a campione». 
La pubblica amministrazione attende da parte del premier Mario Draghi, su proposta dei ministri Brunetta e Speranza, linee guida per l’«omogenea definizione delle modalità organizzative». Una «app» (VerifiCa19») dovrebbe fornire il supporto alle aziende private. Ma resta ancora piuttosto oscuro chi, come e a che titolo, potrà «validare» l’opera di una collaboratrice domestica contrattualizzata o dell’idraulico chiamato per una riparazione.

 

Leggi anche
Il mondo produttivo veronese: «Ok al Green pass per tutti, adesso però basta chiusure»

 


Sanzioni

Cinque giorni di assenza nel settore pubblico, uno nel privato. Poi scatteranno, per il dipendente privo di Green pass, la sospensione dall’impiego e dallo stipendio ma «con diritto alla conservazione del rapporto». Mano pesante anche per i datori di lavoro: il mancato controllo prevede sanzioni da 400 a 1.000 euro e da 600 a 1.500 per chi sia sorpreso in attività senza il certificato. Quanto ai magistrati ordinari la violazione dell’obbligo è considerata «illecito disciplinare».

Paolo Mozzo

Suggerimenti