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TRAGEDIA SUL BUS IN A4

L’ipotesi più concreta
è quella di un malore
al conducente

La polizia sul luogo dell'incidente (foto Dienne)
La polizia sul luogo dell'incidente (foto Dienne)
La polizia sul luogo dell'incidente (foto Dienne)
La polizia sul luogo dell'incidente (foto Dienne)

Gli inquirenti non si sbilanciano, ma l’ipotesi di un malore o di un colpo di sonno dell’autista sembra prendere pian piano quota. Ci vorrà ancora tempo per far luce sulle cause che hanno portato il pullman ungherese, un Setra 317 Gt-Hd, a schiantarsi contro un pilone dell’A4, prendendo fuoco vicino a Verona Est venerdì notte. Ma, a distanza di quasi una settimana, non sono emerse finora tracce evidenti di guasti meccanici o altri problemi al mezzo e ciò fa ritenere che l’ipotesi di un malore o di un colpo di sonno dell’autista sia dunque la più plausibile.

 

Se i familiari delle sedici vittime sono tornati a Budapest, in attesa del rientro delle salme, i due passeggeri feriti più gravi rimangono invece ancora ricoverati in terapia intensiva al Centro Ustioni dell’ospedale di Borgo Trento (uno di loro è stato operato alla testa l’altra notte). La loro identità, come quella della maggior parte delle vittime, è ancora sconosciuta: i loro corpi, inclusi i volti, sono stati completamente sfigurati dalle fiamme, al punto da renderli irriconoscibili.

 

Ciò vale anche per le vittime, a cui nei giorni scorsi è stato prelevato il Dna per poterlo confrontare con quello dei familiari, in modo da attribuire loro un’identità certa. Per alcuni di loro il riconoscimento si sarebbe potuto effettuare anche attraverso alcuni oggetti o indumenti che indossavano, ma gli inquirenti non vogliono avere dubbi e attendono, dunque, l’esito delle indagini.

 

Solo al termine del riconoscimento, autopsie concluse, il pubblico ministero Nicola Scalabrini potrà dare il nulla osta alla sepoltura, indispensabile per il rimpatrio delle salme in Ungheria.

M.TR.

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