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L'altra sera in terza circoscrizione

L'ex cava Speziala
scalda gli animi
Polizia in Consiglio

La terza circoscrizione vota per il piano che prevede il taglio del bosco spontaneo
Il bosco spontaneo cresciuto nell’ex cava Speziala a San Massimo
Il bosco spontaneo cresciuto nell’ex cava Speziala a San Massimo
Il bosco spontaneo cresciuto nell’ex cava Speziala a San Massimo
Il bosco spontaneo cresciuto nell’ex cava Speziala a San Massimo

Bagarre al consiglio della terza circoscrizione, l'altra sera. Passa, con 11 voti favorevoli (Lega, Verona Domani, Famiglia è futuro, e un membro della Lista Tosi) contro 7 (Pd, M5S, Sinistra e Verona in Comune), il progetto per la riqualificazione della ex cava Speziala di San Massimo, già approvato due mesi fa dalla commissione urbanistica del parlamentino stesso.

 

Il pubblico, molto numeroso nella sala di via Sogare, protesta e insorge, tra fischi e urla all'indirizzo dei consiglieri. Deve addirittura intervenire la polizia a sedare gli animi. Ma i componenti della maggioranza, “rei“ di aver avallato l'intervento inviso ai cittadini presenti, escono dal consiglio sotto una pioggia di improperi. In realtà, il progetto della proprietà (la società Area Srl, rappresentata dall'avvocato Andrea Sartori), che riguarda la trasformazione della cava Speziala in un bosco ceduo per produzione di biomassa, previo parziale riempimento con terre provenienti dagli scavi della Tav, è fermo in Comune. Infatti gli uffici tecnici del settore Urbanistica, che fanno capo all'assessore Ilaria Segala, ne hanno già dichiarato la “non conformità“ essenzialmente per motivi paesaggistici. Dopo una prima conferenza di servizi, si attende la convocazione di una seconda, dove tutte le parti in causa faranno confluire i propri pareri: anche quello della circoscrizione espresso l'altra sera, dunque, benché non vincolante.

 

L'assessore Segala, al momento, non pone paletti al dialogo, «è auspicabile sedersi attorno a un tavolo, proprietà compresa, e discutere su come conciliare le varie esigenze». Il neopresidente della circoscrizione, Claudio Volpato, commenta: «La cava presenta un cratere fondo 23 metri ed è, ad oggi, inutilizzabile. La si andrebbe a livellare con terre di scavo, non con rifiuti, e verrebbe piantumata. In cambio, la proprietà si rende disponibile a ristrutturare l'impianto sportivo di San Massimo e a cedere quattro ettari di cava per verde pubblico. A noi sembra una proposta altamente migliorativa, e come tale l'abbiamo votata, ma siamo stati attaccati sul personale».

 

Ma le parti contrarie al progetto di Area Srl - che comporterebbe giocoforza il taglio del grande bosco spontaneo cresciuto in trent'anni di inattività della cava - stanno all'erta. Il comitato “Un parco per la città“ assume l'eredità delle lotte civiche combattute per lunghi anni a difesa del bosco, affiancato dalla consigliera comunale Carla Padovani (Gruppo misto) e dalle forze di opposizione a Palazzo Barbieri. Federico Benini e Riccardo Olivieri del Pd: «È chiara l'intenzione dell'amministrazione Sboarina di lasciare aperta la ferita della cava, che andrà ad aggiungersi ad altre criticità incombenti, come l'Ecoborgo di San Massimo». Michele Bertucco, capogruppo di Sinistra e Verona in Comune: «Lascia basiti che il legale dell’impresa titolare di cava Speziala, l'avvocato Andrea Sartori, collega di studio del sindaco Federico Sboarina, sia intervenuto direttamente per far digerire il boccone amaro alla cittadinanza e forse anche a qualche riottoso consigliere di maggioranza. Quella che viene fatta passare come una normale pratica edilizia è in realtà un progetto di discarica che deve seguire un suo iter specifico, molto meno snello. Invierò pertanto al sindaco formale diffida dal proseguire su questo registro e di attivare immediatamente il procedimento amministrativo corretto».

Lorenza Costantino

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