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La novità

L'archivio di Stato è online: i propri antenati a portata di clic

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L'archivio di stato
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È la notizia che gli appassionati di genealogia – hobby tra i più praticati al mondo – aspettavano da tempo.

L’ Archivio di Stato di Verona è finalmente online sul sito Antenati, gestito dal ministero dei Beni Culturali per aiutare gli appassionati a ricostruire la storia della propria famiglia.

 

Un portale voluto per non disperdere il prezioso – e talvolta unico – materiale archivistico italiano, soddisfare le richieste dei nipoti dei nostri emigranti, curiosi di conoscere le loro origini, ma anche per arginare la posizione dominante dei privati, che con le ricerche e il turismo genealogico stanno facendo affari d’oro.

Colpa o merito, dipende dal punto di vista, di internet, che ha messo a disposizione dei ricercatori miliardi di dati, siti e gruppi specializzati, programmi per computer e tablet che permettono di ricostruire l’albero genealogico e di scambiare informazioni con parenti alla lontanissima di cui ignoravamo l’esistenza.

 

Gli americani, anche in questo ambito, hanno tracciato per primi le autostrade informatiche sulle quali transitano i dati personali dei nostri avi. Pensiamo ai portali Ancestry, MyHeritage, Archives, Genie e MacFamilyTree, per citarne alcuni, che in qualche caso gratuitamente, ma più spesso al prezzo di un abbonamento annuale (che costa dai 9 ai 199 euro) consentono di consultare il materiale digitalizzato. Certificati, richieste di cittadinanza, registri scolastici, articoli di giornale, schedature a Ellis Island, fotografie e persino necrologi che possiamo visualizzare sul computer di casa. Anche il portale Antenati comincia ad assumere dimensioni di rilievo: a oggi sono 61 gli Archivi di Stato che hanno messo a disposizione dei ricercatori amatoriali e professionisti il materiale sin qui digitalizzato, anche grazie al supporto dei volontari.

Parliamo di quasi 94 milioni di immagini archiviate in formato digitale di atti di nascita, matrimonio e morte, estratte da 1.300.000 registri, in parte consultabili online. Certificati dello stato civile napoleonico, di quello della restaurazione e dello stato civile italiano. Rigorosamente scritti a mano, con inchiostro scuro. Se i documenti scansionati sono stati indicizzati, è sufficiente inserire il cognome dell’antenato nella mascherina «sfoglia i registri» o «trova il nome» per recuperare gli atti di stato civile che lo riguardano.

 

L’ Archivio di Stato di Verona al momento ha inserito nel portale del Mibac 3.458.644 immagini, appartenenti a 35.319 registri, risalenti al periodo 1871-1942. Non sono stati indicizzati e questo significa che per trovare l’atto di nascita del trisavolo si deve sfogliare una a una le immagini dell’anno in cui si ritiene sia venuto al mondo. Un lavoro di pazienza e occhio allenato, in attesa dell’auspicabile aiuto dell’informatica. L’ Archivio di Stato Veronese ha inserito gli atti di cittadinanza, nascita, morte e matrimoni (pubblicazioni e allegati) di tutti i Comuni della Provincia. Spinti dalla curiosità, siamo andati a vedere i primi certificati archiviati. Il primo nato del 1900 fu Signoretto Alessandrina, di Nogarole Rocca.

L’indice annuale dei matrimoni celebrati nel 1882 riporta le coppie Ascali Eugenio e Todesco Albina; Bassotto Ferdinando e Tosetto Maria; Bassotto Giovanni e Miotto Eufrasia. Il primo nato a Verona nel 1902, in ordine alfabetico, fu Abati Ernesto; l’ultima Krommer Sofia. Chissà se ci sono loro discendenti curiosi di conoscerli.

Paola Colaprisco

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