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Incidenti in moto, Verona a rischio

Un’indagine Istat dice che a Verona si rischia di morire in moto con più facilità rispetto ad altre città della stessa grandezza. Verona si piazza tra i primi sei posti. In auto il rischio sale di un posto in classifica, al quinto. Da inizio anno solo nel capoluogo sono già tre i deceduti, mentre nell'intero territorio provinciale arriviamo a 14 su 30 decessi (15 contando una vittima veronese nel Mantovano) un dato in aumento rispetto al 2018. Le analisi che vengono effettuate dagli organi di polizia stradale vedono al primo posto come causa di sinistro mortale con il coinvolgimento di motociclisti le mancate precedenze di altri veicoli (automobili e autocarri) e le fuoriuscite autonome. Spesso la velocità non è commisurata alla strada. E sono oltre 150 i motociclisti già sanzionati da autovelox o telelaser dal primo giugno ad oggi a Verona. Dopo l'anno 2017 con solo 6 decessi, diventati 12 nel 2018 e già dieci nel 2019 al 31 luglio. Nel 2018 sono stati 172.344 gli incidenti stradali con lesioni a persone in Italia, in calo rispetto al 2017 (-1,5%), con 3.325 vittime (morti entro 30 giorni dall’evento) e 242.621 feriti (-1,7%). Il numero dei morti torna a diminuire rispetto al 2017 (-53 unità, pari a -1,6%) dopo l’aumento registrato lo scorso anno. Tra le vittime risultano in aumento i pedoni (609, +1,5%), i ciclomotoristi (108, +17,4%) e gli occupanti di autocarri (188, +15,3%). Sono in diminuzione, invece, i motociclisti (685, -6,8%), i ciclisti (219, -13,8%) e gli automobilisti (1.420, -3,0%). Ma in Veneto e in provincia di Verona i dati sui motociclisti sono in controtendenza rispetto al dato nazionale che è sempre monitorato dall’Asaps. Se si considera che la prima parte dell’estate è stata flagellata dal maltempo, e che quindi i biker hanno posticipato le loro gite in moto, il numero è alto. E dietro alla statistica ci sono figli che hanno perduto il padre, moglie e compagne che hanno perduto il loro amore, madri che hanno perduto figli. Strascichi di dolore che dureranno anni. Processi e burocrazia da affrontare per mesi. «Nel 2018 furono ben 14 i motociclisti deceduti e da un primo dato parziale siamo ora già allo stesso numero di morti. Quando rileviamo un sinistro mortale con moto coinvolte ci accorgiamo come in alcuni casi i conducenti non avessero indumenti adeguati, giubbotti con paraspalle o gomiti, sono infatti pochissimi coloro che investendo anche molti soldi ma anche sulla propria incolumità comperano giubbotti con air-bag incorporato», spiega il comandante della polizia Locale Luigi Altamura. «In alcuni paesi europei ci sono obblighi proprio per indossare materiale adeguato quando si guida una moto, in Italia la norma non è stata ancora introdotta nonostante nei lavori parlamentari le associazioni dei motociclisti la volessero. Ormai 5 motociclisti su 10 secondo le nostre statistiche sono dotati da dash-cam o telecamere a bordo sul casco o sulla moto, che sono risultate fondamentali per la ricostruzione di gravi sinistri e per fornire all'autorità giudiziaria utili elementi». Altro tema è la visibilità, molti conducenti ora indossano caschi gialli e giubbotti retroriflettenti gialli o arancioni, affinchè siano maggiormente visibili specie al tramonto e nelle ore serali e notturne o in caso di nebbia o foschia. E occorre prestare la massima attenzione alle condizioni psicofisiche quando si guida. •

Alessandra Vaccari

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