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Letti tutti occupati nelle intensive

«Il virus a Verona ora galoppa»: in un mese triplicati i ricoveri

di Camilla Ferro
La curva dei contagi
La curva dei contagi
La curva dei contagi
La curva dei contagi

Il Covid non corre più, ora galoppa. «Di nuovo», dicono in ospedale, «è tornato di nuovo ai suoi ritmi peggiori».

 

In tre settimane i ricoverati nei due ospedali della città sono triplicati. A fine febbraio erano 46, ieri 135: di questi il 20 per cento è intubato in rianimazione. Nel resto della provincia i malati ospedalizzati sono 360 e anche questo è un dato tre volte maggiore di quello registrato meno di un mese fa.

 

«Il contagio è in evidente crescita», commenta il dottor Claudio Micheletto, primario della Pneumologia dell’Azienda ospedaliera e direttore dell’Unità Covid aperta un anno fa nella dismessa spina centrale di Borgo Trento, «finché i numeri continuano a salire è chiaro che dobbiamo aspettarci importanti flussi al Pronto Soccorso di contagiati».

 

«La curva in questo momento», continua, «punta in su, il virus è nel pieno del suo attacco e colpirà diverse persone perchè non ha ancora raggiunto l’apice. Fino a quando non avremo quattro-cinque giornate con saldo “neutro“ e cioè finché il numero dei nuovi positivi non si sarà fermato, non ci sarà inversione della curva cioè decrescita del contagio». Quindi, ad oggi, il Coronavirus nonostante le restrizioni e i colori rossi con annesse chiusure, è ancora in «gran spolvero». Anche ieri, a fine giornata, sono stati 225 i veronesi positivi al tampone.

 

CASI GRAVI. Nella pneumologia Covid del dottor Micheletto i posti letto sono esauriti: 42 sui 44 disponibili. Dei suoi 42 ricoverati, 17 sono ventilati cioè in respirazione assistita perchè hanno una capacità polmonare compromessa dalla polmonite: chi è sotto al casco Cpap, chi è attaccato ad altre macchine, chi con la tracheotomia, chi in posizione supina, «sono cioè in zona semi-intensiva, il passo poco prima della intubazione che si fa in rianimazione».

 

E riprende: «Sì, siamo al completo ed è una situazione già vissuta: arrivare ad avere il reparto pieno significa mettere in conto di doverlo allargare, con tutto quel che ne consegue. Siamo stanchi, siamo esauriti, speravamo che dopo il mese drammatico di dicembre fosse finita: verso la fine di febbraio, toccato il minimo di pazienti, ci eravamo illusi che la situazione si fosse stabilizzata. E invece siamo di nuovo qui, con i numeri che crescono di giorno in giorno e con la necessità di aumentare l’offerta perchè il fabbisogno lo richiede: neanche un mese fa avevamo chiuso a Borgo Roma il reparto Covid di medicina del collega Girelli, convertito ad hoc per accogliere i tanti pazienti, ed ora è stato riaperto. Malattie Infettive è al completo. Io idem. Le rianimazioni sono sotto pressione. Non ci voleva proprio, ed è da più di un anno che dura».

 

Ad onor del vero il primario una piccola speranza ce l’ha: «Il Covid ha ripreso a circolare alla grande, lo dicono i numeri, gli ospedali di Verona così come quelli del territorio sono di nuovo in piena attività, ma abbiamo un pensiero a sostenerci che tutti vorremmo diventasse certezza: non deve essere come in dicembre, la curva è in salita ma la percezione è che non viaggi ai livelli drammatici della fine del 2020 quando abbiamo toccato il fondo, la tenuta era al collasso e non avremmo retto un giorno di più».

 

PREVISIONI. Il dottor Micheletto crede che ci saranno ancora diverse settimane di crescita del virus, «poi, dopo Pasqua, dovremmo tornare a tirare il fiato. Dipende molto dall’andamento della campagna vaccinale, dalle adesioni, di sicuro sono un grandissimo aiuti gli anticorpi monoclonali che la professoressa Tacconelli ha già iniziato ad infondere in alcuni pazienti. C’è tanto che gioca a nostro favore, rispetto ad un anno fa quando abbiamo iniziato a combattere a “mani nude“. Se tutto va come deve, voglio sperare che per la fine dell’estate sarà finita anche l’emergenza Covid: ci saranno ancora alcuni casi negli ospedali, ma torneremo via via alla normalità».

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