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Il Papa nomina Zenari cardinale

Monsignor Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria dal 2009, in un incontro con papa FrancescoZenari con compagni di studi e amici ieri all’Antico Ristoro di Custoza
Monsignor Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria dal 2009, in un incontro con papa FrancescoZenari con compagni di studi e amici ieri all’Antico Ristoro di Custoza
Monsignor Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria dal 2009, in un incontro con papa FrancescoZenari con compagni di studi e amici ieri all’Antico Ristoro di Custoza
Monsignor Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria dal 2009, in un incontro con papa FrancescoZenari con compagni di studi e amici ieri all’Antico Ristoro di Custoza

C’è un nuovo porporato veronese. La notizia gli è arrivata mentre era a Custoza, al ristorante Antico Ristoro, a pranzo con amici e compagni di studi, in parte preti come lui ma anche laici. A dargliela è stato Luciano Cordioli, pensionato di Rosegaferro di Villafranca, chiamato al telefono al ristorante da Mario Cordioli, dello stesso paese e parente dell’interessato, che lo aveva da poco appreso dalla televisione: «Monsignor Mario, papa Francesco ti ha fatto cardinale!». Incredulo per la sorpresa, emozionato, ma al tempo stesso sereno come nel suo stile, monsignor Mario Zenari, 70 anni, di Rosegaferro, dal 2009 nunzio apostolico in Siria con sede a Damasco, lo ha comunicato agli amici che erano con lui. E tutti, commossi e felici, gli hanno tributato un applauso e gli hanno stretto la mano.

LA SORPRESA. Uno di loro fra i cardinali, potenziali papabili. Il quarto cardinale veronese nell’ultimo secolo e mezzo. E per di più insieme fisicamente a loro, ieri, in un tradizionale momento conviviale. Durante una delle brevi pause in Italia e nella «sua» provincia e diocesi di Verona, dove l’ambasciatore della Santa Sede presso la Chiesa di Siria si concede di rientrare ogni tanto, anche in questi terribili anni di guerra.

Il pontefice, nella messa in piazza San Pietro per l’Angelus, durante la celebrazione e come era previsto facesse, ha letto la lista dei nuovi cardinali - che secondo la terminologia corretta vengono «creati» dal papa - poco dopo mezzogiorno. Zenari è stato il primo citato. «Sono lieto di annunciare», ha detto Francesco, «che sabato 19 novembre, alla vigilia della chiusura del Giubileo, terrò un concistoro per la nomina di 13 nuovi cardinali, da 11 nazioni. Il 20 celebrerò la messa con loro». E tra questi 13 c’è anche «monsignor Mario Zenari, che rimane nunzio apostolico nella amata e martoriata Siria».

E proprio alla «sua» Siria, toccata da una guerra che ha provocato 300mila morti, fra cui 14mila minorenni - come il nunzio ci ha detto in una recente intervista pubblicata su L’Arena il 21 agosto scorso in cui il prelato lanciava l’ennesimo appello al cessate il fuoco - alla sua Siria dunque Zenari dedica la nomina a cardinale.

«Non sapevo né prevedevo nulla. Questa porpora», dice al nostro giornale Zenari, alludendo alla porpora cardinalizia, «non è tanto per la mia persona, ma per la Siria, per la sua gente, per quella terra di morte in cui è stato versato tanto sangue in tutti questi anni».

IL DRAMMA. Il problema vero per la Siria è che questa è soltanto in parte una guerra civile, spiegava Zenari. «In realtà è una guerra internazionale, che coinvolge diversi Paesi e combattenti provenienti da ben ottanta Paesi! È un campo di battaglia che vede schierati più o meno direttamente Arabia Saudita e area del Golfo Persico, Iran, Turchia, Russia e Stati Uniti. Questa è una guerra per procura, di Paesi che sulla testa della Siria fanno i loro interessi».

COME USCIRNE. In queste ultime settimane poi, invece che il profilarsi di una soluzione, in conflitto si è intensificato. Chi avrebbe la chiave per uscirne? «Stati Uniti e Russia, anche se, per la questione della Crimea e dell’Ucraina, fra loro è tornata la guerra fredda». Si sta cancellando la Siria, culla di civiltà. Un Paese di 20 milioni di abitanti, con circa il 40 per cento della popolazione sotto i 18 anni.

L’IMPEGNO. La Siria, «una terra in cui sono nate le tre religioni monoteistiche, l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam, che riconoscono come padre Abramo», ricorda sempre Zenari. È una storia che rischia di essere cancellata per sempre. «Per questo bisogna tenere viva una sensibilità nell’opinione pubblica, per premere sui governi affinché non solo si arrivi a una tregua per portare gli aiuti, ma la guerra finisca». E ora? Papa Francesco ha detto che resterà in Siria, come nunzio. «D’altra parte ho preso il biglietto di andata e ritorno, da Damasco», dice ancora Zenari. Che, dopo tanto peregrinare, da parroco e ambasciatore, si porta nel cuore la «sua» Siria. Sperando che esca dalla spirale della morte. Luciano Cordioli, che ha dato la notizia al «cardinale», gli dice: «Auguri, Eminenza».

Enrico Giardini

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