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49° VINITALY

Il ministro Poletti al Vinitaly
«Vedo i segni della ripresa»

Il ministro Giuliano Poletti brinda al Vinitaly con il prefetto Stancari e il presidente Riello (FOTO ENNEVI)
Il ministro Giuliano Poletti brinda al Vinitaly con il prefetto Stancari e il presidente Riello (FOTO ENNEVI)
Il ministro Giuliano Poletti brinda al Vinitaly con il prefetto Stancari e il presidente Riello (FOTO ENNEVI)
Il ministro Giuliano Poletti brinda al Vinitaly con il prefetto Stancari e il presidente Riello (FOTO ENNEVI)

VERONA. «Abbiamo detto chiaramente che il rapporto con le organizzazioni sindacali e datoriali lo manteniamo permanentemente, io le incontro sistematicamente, ma il governo si prende la responsabilità delle decisioni che deve assumere. Quindi, ci si confronta e si ascoltano tutte le posizioni, ma poi il governo la propria decisione la prende». Lo ha detto, entrando a Vinitaly, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti, in relazione all’incontro di oggi tra il presidente della Repubblica Mattarella e i sindacati nazionali dove hanno lamentato la crisi che perdura e la mancanza di concertazione.

«La crisi dura da sette anni, e non è che dopo sette anni, improvvisamente, termina - ha osservato Poletti -. Noi oggi abbiamo una situazione in cui la caduta del Pil si è fermata, quella dell’occupazione anche ed è in una nuova fase di ripartenza, ci vuole tempo. Sappiamo tutti che in coda ad una crisi ci sono momenti nei quali le cose vanno meglio, poi c’è qualche caduta. Le imprese prima di fare nuove assunzioni portano in azienda le persone che sono in cassa integrazione, bisogna esserne consapevoli ma credo che i segni e le condizioni per la ripresa ci siano tutti».

«Oggi - ha concluso il ministro Poletti - abbiamo una ragione in più per lavorare ancora più intensamente di quanto abbiamo fatto fino a ieri. Quindi, dire che ci sono segni positivi non vuol dire che ci fermiamo ma che corriamo più di prima». I decreti attuativi della riforma del lavoro arriveranno «certamente tutti entro i tempi di approvazione della delega», ha infine assicurato.

«Ogni settimana arrivano 12mila giovani nel programma "Garanzia Giovani", se va avanti così non avremo più soldi per fare servizi ai giovani che si iscrivono. Il problema vero è chiedere all’Europa, e anzi lo abbiamo già fatto, più risorse per rendere stabile il programma», ha sottolineato il ministro. «Ad oggi  oltre 450 mila giovani sono registrati, più di 250 mila sono stati presi in carico dai servizi regionali e a più di 40 mila è stata fatta una proposta di impegno». Con il programma Garanzia giovani, ha sottolineato infine, «siamo partiti che non avevamo niente. Questa macchina che era ferma l’abbiamo costruita, messa in moto e lanciata».

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