<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Il «green pass» per 450mila veronesi

Il «green pass» è pronto ad entrare nelle tasche di quasi quattrocentocinquantamila veronesi: sono quelli che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, cioè oltre trecentonovantamila, ai quali si aggiungono coloro che, negli ultimi sei mesi, sono guariti dal Covid. Per i primi il lasciapassare durerà nove mesi, per i secondi sei mesi dal momento della guarigione. Ma il «green pass» si potrà ottenere anche con tampone, molecolare o rapido, e con durate quindi differenti. Il certificato verde servirà per viaggiare in Europa, a partire dal primo luglio, e in Italia per raggiungere le zone gialle e arancioni, per accedere a feste e cerimonie e per entrare nelle case di riposo e visitare i parenti anziani. Il Garante per la privacy ha dato il via libera alla piattaforma nazionale per il rilascio del certificato verde e nelle prossime ore il presidente del consiglio Mario Draghi dovrebbe firmare il Dpcm che recepisce le regole per l'utilizzo di questo strumento. Si tratta di un provvedimento che ha visto la stretta collaborazione tra i ministeri della Salute, dell'Innovazione e dell'Economia e che era stato previsto già con il decreto Riaperture. A cosa serve il «green pass»? Il certificato verde, comunemente chiamato «green pass» ha diversi scopi. Al momento c’è quello nazionale, previsto dal decreto Riaperture di maggio e definito dalla bozza di Dpcm che il premier Draghi firmerà nei prossimi giorni. È necessario per raggiungere zone arancioni o rosse presenti nel nostro Paese, dove al momento sono in progressivo aumento le regioni “bianche”. Ed è richiesto anche per partecipare a cerimonie, come per esempio matrimoni e per visitare un proprio caro ospitato nelle Rsa. A partire dal primo luglio, quando l’iter comunitario per il Digital Green Certificate sarà concluso, permetterà anche di viaggiare nell’Unione Europea. E per ora che regole ci sono per poter viaggiare all’estero? Gli spostamenti per turismo sono ancora soggetti a diverse restrizioni: ogni Paese decide in autonomia se accettare l’ingresso o meno di stranieri. Per entrare in Italia è richiesto ad esempio un modulo di localizzazione per i tracciamenti oltre al Green pass, mentre alcune destinazione (come Albania, Bosnia, Ucraina, Russia) sono ancora vietate in caso di turismo. Chi potrà controllare il «green pass»? Attraverso un’apposita app potrà essere verificato, grazie al Qr code associato a ogni certificato, dalle forze di polizia, gestori di locali di intrattenimento, strutture ricettive e pubblici esercizi, luoghi nei quali si svolgono eventi e spettacoli e gestori di strutture che erogano prestazioni sanitarie e socio sanitarie. Dal primo luglio, quali saranno i requisiti per poter viaggiare in Europa? In Europa si viaggerà con tre regole: vaccino, tampone, oppure anticorpi. Entrando nel dettaglio, per chi ha avuto solo la prima dose di vaccino il pass è valido da quindici giorni dopo la somministrazione e per i successivi nove mesi. Durerà invece 180 giorni, quindi sei mesi, per i guariti dal covid, contando a partire dal test molecolare positivo, quello cioè che ha stabilito la guarigione. Per i test, invece, quelli molecolari avranno una validità di 72 ore, mentre quelli rapidi di 48 ore. Sono tutte indicazioni che sono state fornite nei giorni scorsi dal commissario europeo alla Giustizia Didier Reynders. Chi rilascia questa certificazione? Il «green pass» verrà rilasciato dalla piattaforma informatica nazionale che si chiama Digital Green Certificate alla quale sta lavorando la Sogei, e che garantirà emissione, distribuzione e validazione del pass, in modo da assicurarne l’utilizzo anche a livello europeo. Oltre che dal sito web dedicato, il certificato verde sarà scaricabile dal fascicolo sanitario elettronico e dall’app Immuni. A ogni Green pass è associato un Qr Code a lettura ottica: l’accordo raggiunto a livello comunitario prevede che ogni Stato debba inserire questi codici nel Gateway europeo, l’infrastruttura tecnica che permette la validazione in sicurezza dei certificati Covid digitali. Entro luglio, in coincidenza con l'entrata in vigore del regolamento europeo, tutti gli Stati membri dovranno adeguare i propri sistemi informatici per distribuire il certificato Covid e renderlo leggibile dalla piattaforma tecnologica predisposta da Bruxelles. L'Italia ha già compiuto le prove tecniche e deve fare l'ultimo passaggio. Che informazioni contiene il certificato verde? In tutti i tre casi, che sia rilasciato cioè per avvenuta vaccinazione, avvenuta guarigione o test negativo, riporta nome del titolare, data di nascita, malattia o «agente bersaglio» (Covid 19), struttura che ha rilasciato la certificazione e identificativo univoco della certificazione verde. Ci sono poi ulteriori informazioni che cambiano a seconda delle singole forme. Il Green pass di avvenuta vaccinazione, ad esempio, riporta il tipo di vaccino somministrato, la denominazione, il produttore o titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio, il numero della dose effettuata e quello delle dosi previste, la data dell’ultima somministrazione effettuata e lo stato membro Ue in cui è stata effettuata la vaccinazione. Nel caso di certificazione rilasciata per guarigione, è presente invece la data del primo test molecolare positivo, lo stato membro Ue che lo ha effettuato, la data di inizio e quella di fine della validità della certificazione. Infine, la terza forma riporta la tipologia di tampone, il nome, il produttore, data e ora del prelievo del campione per il test e del risultato, e poi il centro e lo Stato membro Ue in cui è stato eseguito. Una volta rilasciato, può essere revocato? Se una struttura pubblica del Servizio sanitario regionale o un medico di base dovessero comunicare alla piattaforma nazionale la positività al Covid 19 di una persona vaccinata o guarita dal virus, la piattaforma genererebbe una revoca della certificazione. In questo caso verrebbe inviata automaticamente una notifica di revoca all’interessato. Le regole sono le stesse per tutti i Paesi Ue? L’accordo di reciprocità vale per i ventisette Paesi membri dell’Unione europea e per altri quattro Stati: la Svizzera, la Norvegia, l’Islanda e il Liechtenstein. Significa che per viaggiare da e verso tutte queste mete basterà, oltre al biglietto, portare con sè il «green pass» europeo, senza obbligo di sottoporsi a periodi di isolamento, quarantene o ulteriori test. Questi Stati, firmando l’accordo, hanno accettato i certificati rilasciati dagli altri Stati membri senza ulteriori restrizioni come test, quarantena, isolamento, a meno che non siano necessarie e proporzionate alla tutela della salute pubblica. Ad esempio in caso di una nuova ondata Covid. Al di fuori di questi 31 Paesi, la certificazione verde non ha valore.•.

Francesca Lorandi

Suggerimenti